Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

sabato 17 gennaio 2009

Giro di Boa...New York

Davanti a questo foglio bianco, con le parole in testa da riordinare..un viaggio ancora da realizzare, un giro di boa nei miei desideri.Arrivo a New York alle 19.05 del 31 ottobre, il JFK, un aereoporto come gli altri. L’attesa di un’ora per il visto, rilievo impronte digitali e biometriche e poi di fretta fuori a respirare l’America…Noi tre quasi in silenzio su quel taxi che in una notte stranamente calda ci porta a Manhattan, attraversando il Bronx e poi Harlem ed il Queens. Lo stupore deve ancora arrivare e noi stiamo con il fiato sospeso fino all’East River..fino ad intravedere da lontano le luci del ponte di Brooklyn.Ed ecco finalmente l’isola, questa meravigliosa isola metropolitana, ed eccomi su un’altra isola della mia vita..una delle tante che volevo vedere, una di quelle che stavano in cima ai miei desideri, una città che è anche un’isola, e fra tutte le cose che vorrei avesse il posto dove vivere per sempre ecco, qui, ne mancano forse soltanto un paio, che hanno a che fare con il cuore e con il palato…Appartamento sulla 51East Street a sole tre avenue dalla mitica 5Fth, in piena Midtown.Appena il tempo di liberarsi dai bagagli e ritorniamo per strada per cominciare a scoprire New York. E’ Halloween ed in giro è pieno di gente travestita e di feste nei locali, una delle prime immagini che si ferma come un frame nella mia mente in questa prima cartolina della grande mela, è quella di una coppia che attraversa la Madison Avenue cercando di fermare un taxi,lei è alta bionda capelli mossi, elegante, le spalle avvolte in un lungo cachemire da cui spunta una bellissima gonnellina in voile blanche, gambe nude e un paio di chanel ai piedi . Lui la tiene per mano, è un uomo maturo in smoking che con fare sicuro blocca il taxi apre la portiera e la fa salire su. Ecco ho pensato, non è Sex and The City..è Manhattan..è New York! New York che si rivela in questa notte calda si scarta come un cioccolatino, più m’inoltro tra le sue strade e più la sento mia, come se la conoscessi già, è una strana sensazione perché mi aspettavo di sentirmi piccola e persa davanti alla sua grandezza, e invece no…è un colpo di fulmine!E se l’amavo da prima di vederla ora non vorrei lasciarla più..Il jet-lag ci sveglia dopo poche ore, appena all’alba, la tradizionale maratona di New York si corre oggi, il Central Park è una tappa obbligata. Scivoliamo sulla 5fth camminando a lungo a piedi, arrivo sulla Broadway e m’infilo in un mercatino della domenica. Molta Italia su queste bancarelle, profumi e tanto altro di già visto. Sono ferma davanti ad una bancarella di cd di jazz e mi passa tra i piedi uno scoiattolo, spulcio tra le cose di un’afroamericana, sento l’odore degli hot-dog che arriva da un chioschetto e mi sale su un po’ di fame…Mi infilo in metro dalla Union Square e sbuco al Central Park, eccola qui l’America, eccoli qui tutti i newyorkesi, i turisti, i bambini, tutti fermi sul ciglio della strada ad incitare i maratoneti. I bambini giocano rotolandosi tra le foglie secche, c’è chi fa footing lontano dalla gara, chi morde un sandwich seduto su una panchina..è una domenica italiana al parco, solo che il Central è un quadro di Van Gogh..Ha dei colori stupendi che sfumano dal giallo al rosso, una vegetazione incantevole armoniosa e calda, insomma l’Autunn in New York ha un fascino tutto suo. La notte qui è scandita dalle sirene dei vigili del fuoco, è una città che arde evidentemente..Times Square è un centro commerciale all’aperto. La street forse più accecante, piena di luci, led maxischermi, mega pannelli pubblicitari, flash, è tutto un palcoscenico pieno di gente, teatri e cinema, Macdonald, Macy’s e I Love N.Y. L’orologio segna meno 55 giorni giorni al 2010.Ferma in un punto giro su me stessa con gli occhi all’insù, e penso cosa non ci sarà appeso su questi grattacieli, è impressionante la quantità di luci e messaggi pubblicitari che ti circondano, se questa è Las Vegas penso che possa aspettare, la N.Y. che mi piace è su altra avenue.Mi avevano detto che gli americani quando si svegliamo guardano il meteo piuttosto che affacciarsi dalla finestra, e in effetti qui il tempo è quanto mai variabile, ma la temperatura è soggettiva io ho il paltò addosso, qualcuna mi passa davanti imbacuccata ma senza calze, Prada docet, e poi c’è chi prende il suo caffè bollente da Sturtbucks in t-shirt come fosse agosto. Io mi adeguo, colazione americana, “caffè” americano bollente e muffin, poi ricomincio la perlustrazione. E’ un lunedì mattina, i newyorkesi corrono in ufficio, la mattina è piena di sole, il mio primo approdo oggi è Soho. L’odore della periferia, il mio fumettista Francesco, mi regala assorto questa frase, io l’annoto sulla mia moleskine e proseguo, spulcio, cerco, raccolgo nel mio sguardo questo scorcio di città meno patinata, ma più intrigante, piena di negozietti vintage chic, di giovani per strada, di una luce pomeridiana che la rende un fotogramma del primo Woody Allen. Le case con i mattoncini rossi e le scale antincendio, la gente naif, gli store di design, le gallerie di arte contemporanea un caffè, una chocolaterie,una boqueria e poi Balthazar.Io la bevo questa periferia, mentre Ale gode con la sua Nikon e maxi obiettivo in mano, è diventato l’Avedon della situazione. Una signora alla quale chiediamo un’ informazione, si ferma mezz’ora con noi a darci indicazioni, senza chiederglielo tira fuori la sua agendina e comincia a stilarci una lista dei migliori posti dove andare a mangiare. Sembra la guida michelin, do you like japanise?e noi yeees! E parte la prima nota, do you like wine? E noi of course! E scrive scrive..che alla fine io la guardo stupita, cotanta carineria senza chiederlo quasi, la ringrazio le dico che è stata gentilissima e lei mi risponde you believe!e poi ci saluta dicendo che il nostro è il più bel paese del mondo.
Greenwich Village, 4th avenue 10 street, Ippudo Japanise, un ristorante presente nella guida michelin 2010, fantastico, esperto in ramen, quella signora aveva proprio buon gusto non c’è che dire.Risaliamo e passiamo il pomeriggio al Moma, tappa obbligata, mecca dell’arte contemporanea. Io e Francesco ci perdiamo nel nostro viaggio nell’arte, più di una volta ci soffermiamo a cercare di interpretare un Alighiero e Boetti, arte concettuale, poi molte citazioni di Basquiat, fino a immergersi in una quantità infinita di Picasso, Magrit, Calder, Dalì. Infine il design immancabile, dove un gruppo di romani dietro di noi esclama “me sembra de sta a Ikea”!...Ed il MOMA ha tremato per un istante…5Fth Avenue, splendida in parte già illuminata dalle luci natalizie, Tiffany non posso perdermelo, anche se di fronte Bulgari m’ispira di più. Apple Center connessione gratis a tutte le ore dai loro fantastci mac, e mentre ne cerco uno libero lancio uno sguardo ai vari desk e non ce n’è uno che non sia aperto su Face! Ceniamo da Steack Restaurant nel Chelsea di fronte al Buddha Bar.
Dopo averti vista dall’alto, dal 67 piano del Rockfeller Center, è Brooklyn Bridge che m’incanta, in questa mattina di sole velato, cammino verso Broccolino con l’aria di chi va ad incontrare un mito americano. Il vento mi entrava nelle ossa ma al mio fianco c’erano i soliti due newyorkesi che facevano footing in pantaloncini e canotta. Gusto il panorama, scatto foto e scendo verso Wall Street, lascio la mecca della finanza per cercare Ground Zero, e quando arrivo davanti a questo immenso cantiere mi fermo un istante a ricordare le immagini di quell’11 settembre, guardo la ricostruzione e ricordo la polvere alta fino a coprire il cielo, intorno al perimetro del cantiere c’è esposto il progetto del nuovo World Trade Center, i rendering, il concept, e quello che sarà. Il futuro è quasi pronto e di fronte rimarrà sempre il museo della tragedia a memoria di tutti, una foto su tutte è più forte delle altre, l’immagine dello scheletro di una delle due torri, che sembra un moderno Colosseo in uno scenario di guerra…E’ ora di pranzo entro in un Burger King e faccio la fila insieme agli operai del WTC per comprare un hamburger, consumo il mio pranzo all’aperto seduta tra di loro sui gradini della nuova piazza che stanno già per completare. Viene fuori il sole mi scaldo un po’ e raggiungo il mare. Qui in questo posto che si tiene alle spalle la borsa più importante del mondo, un futuro da rimettere in piedi e subito dopo il mare, c’è anche una piccola rimessa per poche barche. Mi arrendo al sole che scalda, su una panchina, guardando sulla mia sinistra Coney Island con la statua della libertà e di fronte il New Jersey che sembra sia diventata la residenza della vecchia Little Italy, oramai scomparsa sotto l’invasione cinese. Incontro una madre genovese con la bimba,che vivono a N.Y. da 4 anni e mi confessa che questo posto davanti al mare dove ha abitato, è l’unico posto dove poteva affacciarsi e guardare il mare ricordando nostalgicamente la sua Genova. Risalgo per Tribeca, e rivado nell’East Village passando per Soho.Esco dalla metro e un ragazzo mi viene incontro per passarmi il volantino di Bloomberg, sindaco uscente, rieletto il giorno dopo per la terza volta. La politica mi segue come ogni mia passione…Vedi New York, ora che ti ho lasciata, stamattina sono stata da Ikea, e passando davanti ad una tua gigantografia sono affogata nella nostalgia…come se ti avessi vissuta tantissimo, e invece sono stati solo pochi giorni anche se intensi. I tuoi newyorkesi sempre belli ed eleganti di corsa la mattina con il caffè bollente in mano, le tue sirene accese tutta la notte, la tua eleganza, la tua accoglienza, il glamour dei tuoi party al FourSeason, quando le luci di Manhattan si allontanavano la sera che il taxi mi ha riportata in aereoporto, già mi mancavano. Ecco New York sei stata il mio giro di boa, come una lunga regata tra tutti i viaggi nascosti nei miei desideri, tu hai segnato il passo.
Pronta a virare di nuovo…