Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

venerdì 19 marzo 2010

Vite Parallele di Elsa Morante 1 Maggio 1945

Il capo del governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo ha tollerato e addirittura applaudito questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali, ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padrea dia famiglia a ma con numerose amanti, si a serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimoa abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Elsa Morante 1 Maggio 1945

ripubblicato da 'Il Fatto Quotidiano'

martedì 9 marzo 2010

Istanbul tra Oriente e Nuova Europa... Nuovo Giro di Boa

Quando Istanbul ha cominciato a insinuarsi nei miei pensieri, stavo passeggiando per le strade del centro di Bologna insieme a Virginia, circa tre anni fa. Tra una chiacchera e una vetrina ci eravamo fermate a leggere un'offerta fuori da un'agenzia di viaggi,che parlava di Istanbul..una buona offerta, talmente buona che solo averla letta per caso e fugacemente durante una passeggiata, ci era sembrata un'occasione persa, un'occasione mancata. Da quel momento,ogni volta che immaginavo un viaggio, mi tornava in mente la Turchia, ma prima veniva sempre qualche altra capitale europea e chissà perchè... Sono convinta che i viaggi come le persone a volte vengano a cercarti da soli, quando arriva il momento. E che improvvisamente, quando meno te l'aspetti si palesa l'occasione giusta per fare il biglietto e partire, come una combinazione magica di eventi che invece quando cerchi in tutti i modi di realizzare non ce la fai mai. Istanbul ha fatto un passo alla volta nei miei desideri, rivelandosi ogni volta. Cosi come quando lessi la prima poesia di Nazim Hikmet, che nemmeno conoscevo come poeta. O quando rapita da Ozpetek ascoltavo Yasmine Sannino, in quell'eco ipnotizzante di melodie orientali che mi evocava un posto dalle Mille e una Notte. Ecco, ero appena tornata da uno dei viaggi della mia vita, uno di quelli tanto agognati, N.Y. L'impero dell'Occidente. Non ero ancora proiettata verso la prossima meta anche se già la immaginavo, e nemmeno a farlo apposta proprio la sera prima, avevo portato a Fuvlia il mio regalo di compleanno, un libro di poesie di Nazim Hikmet. Avevamo chiaccherato una serata intera di N.Y. e avevamo concluso parlando del libro, di Istanbul di un'altra città che desideravo vedere.Il giorno dopo, mentre stavo per chiudere il pc arriva una newsletter di una compagnia aerea con cui viaggio spesso, e solo a leggerne l'oggetto con il banner che lampeggiava sul mio desk mi si erano già illuminati gli occhi. Eccola Istanbul..stava venendo a me. Non ho resistito, ho chiamato Fulvia e ci siamo organizzate, dopo qalche giorno in questo viaggio eravamo in 12. Nemmeno il tempo di pensarlo. E io non stavo nella pelle, il giorno dopo del mio compeanno sarei partita, io le mie piu care amiche, il mio amico e socio fumettista e i pensieri pieni del vissuto intenso e soprendente delle ultime 48 ore. Su quell'aereo sembravamo una scolaresca in gita, la tipica cricca scalmanata che si siede agli ultimi posti dell'autobus per mettersi a fare danni liberamente, solo che noi eravamo su un aereo. L'adrenalina nell'aria era palpabile e profumata. Al nostro arrivo Istanbul non era assolata, e la prima immagine che ci portiamo dietro, è quella di noi sul pulmino che ci porta all'hotel in mezzo al traffico allucinante di una capitale tendenzialmente moderna ma non del tutto. I venditori di banane tra le macchine in fila per esempio..non si sono ancora evoluti vendendo i cd. Arriviamo scorgendo dal ponte di Galata il tramonto che cala sul bosforo, nelle prime ore della sera il richiamo del muezzin rimane un eco mistico ed evocativo che suona come una poesia di sottofondo tra i rumori dei clacson e della città. La prima sera seguo l'onda, un venerdi sera pieno di gente in giro. Mi colpisce che per le strade della città vecchia in un quartiere riqualificato, alcuni palazzi siano stati interamente adibiti a locali da intrattenimento. Tu entri nel portone e per ogni pianerottolo che sali c'è una sorta di open space con un locale diverso ad ogni piano. Questo è figo non c'è che dire. Cammini per strada e vedi gente che cena, chiacchera ride e balla sui balconi dei palazzi, poi entri dentro e ti sembra di stare in un grande centro sociale occupato. Istanbul è una città molto viva. Il giorno dopo arriviamo al Gran Bazar, eccola l'anima di Istanbul, in quel tripudio di colori, spezie, infusi, frutta secca, pesce, tappeti, argento, pelle e caffè venduto sfuso. Qui ci perdiamo, ciascuno rapito dalla sua curiosità. Io Gaia e Fulvia dopo un pò c'infiliamo in una moschea, mi levo le scarpe, ci copriamo i capelli ed entriamo in punta di piedi in questo meraviglioso luogo di preghiera. In cui ci sembra quasi di profanare il silenzio con il nostro stupore. Inutile dire che l' antica cisterna romana è stata, fra tutti i luoghi storici che ho visitato quello che mi ha regalato mistero e fascino. Un'opera del 500 d.C. scoperta solamente intorno al 1.800 che lascia senza parole come un incanto. Tappa obbligata dopo una giornata fredda e umida passata a visitare musei moschee e Topkapi è un sano lungo e rilassante Hammam. Cagaloglu Hamami, il piu antico della città. Quando usciamo fuori dagli spogliatoi con indosso il nostro striminzito pareo e bikini(nonostante ci fosse stato detto di uscire nude!) io le mie amichette ci infiliamo nel tepore dell'hammam quasi imbarazzate, ma appena cominciamo a rilassarci dmentichiamo le nostre nudità e ritorniamo bambine che giocano e donne che si confidano,in questo spazio tutto di genere femminile ci si sente protette, chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un massaggio rilassante è un attimo di vero godimento... Ma la gloriosa Costantinopoli sta lasciando il posto alla nuova Europa, per le strade accanto ai chioschetti che vendono succo di melagrana e arancia rossa ad una lira, ci trovi inevitabilmente anche Sturbucks. Istanbul insegue l'occidente, a volte però, prendendo solo il peggio di ciò che abbiamo... Istanbul ha l'anima di una vecchia e sontuosa ancella del Sultano, crocevia di culture e religioni, una'odalisca stanca delle sue spezie e delle sue sete cangianti ... che cerca di comprarsi un'anima nuova da un occidente gia vecchio. Lascia una scia sottile questa nuova Istanbul..come uno sogno breve di cui ricordi poco...un profumo nella tua memoria che svanisce appena ti distrai.