Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

venerdì 1 ottobre 2010

"Un'estate fa" di Camilla Baresani

A fine Estate mentre leggevo svogliatamente il Corriere della Sera, pigramente stravaccata sulla sdraio nel giardino della mia adorata zia,
mi soffermo sulla pubblicità a mezza pagina di questo libro, "Un'Estate fa" di Camilla Baresani.

Non so nulla dell'autrice, non ho mai letto un suo libro, leggo svogliatamente le varie brevi recensioni riportate sul testo del Corriere,
come sempre tutte molto positive. Mi soffermo su uno stralcio breve della recensione fatta da Annamaria Bernardini de Pace. Forse proprio perche non sapevo che recensisse libri, o forse solo perche ha usato le parole piu accattivanti, dicendo come la scrittrice fosse stata capace di riportare in questo libro, una fotografia inedita e intrigante di Roma.

Roma è la città in cui ho scelto di vivere, per adesso. E adoro le storie ambientate in questa città, per i suoi scorci e le sue contraddizioni, e la passione latente per i film anni 60 del neorealismo italiano. Ozpetek, regista straniero ma naturalizzato romano, l'ha sempre fotografata sotto una luce nuova che me la fa amare di piu, e cosi Camilla Baresani in questa storia ci ha messo il frame giusto per i miei gusti.

Non sono mai stata attratta dalle recensioni sui giornali degli ultimi libri in uscita, perche conosco bene il mondo degli uffici stampa, e so che la comunicazione spesso sensazionalista rende migliori di quanto lo siano in realtà certi prodotti editoriali.

Ma questo libro aveva anche un titolo evocativo, quando lessi la sua recensione, e quindi un non so chè mi diceva di comprarlo.

La trama ruota tutta intorno alla storia d'amore e di passione intellettuale che rapisce Erica e Arnaldo. Erica è una giornalista milanese, che incontra Arnaldo, affascinante produttore di documentari, a cena a casa di amici nella capitale. Erica giornalista pendolarista tra Milano e Roma ne rimane subito affascinata e qui comincia il filo di Arianna. Erica è sposata, e Arnaldo impegnato in una relazione stanca. Lei vive a Milano, e lui a Roma nel suo mondo di intellettuali comunicatori omnipresenzialisti di eventi glam e affettati luoghi da pubblic relations importanti.

La voce narrante principale del romanzo è Erica, che fotografa la vita romana del mondo della comunicazione con uno sguardo realistico e a tratti tagliente. Da pragmatica milanese come da clichè, viene catapultata dall'attrazione fatale per Arnaldo, nel mondo radical chic capitolino, fatto di pranzi sulle terrazze al Sole, di weekend a Capalbio, di Vernissage imperdibili, di conoscenze spacciate per grandi amicizie, e di attempate salottiere ratificatrici della tua stessa esistenza.Di quelle finte nobildonne magari separate da mariti importanti, che nella vita si occupano di tutto, dall'arredamento agli eventi, dalle p.r. alla beneficenza, passando per un salotto all'altro, e se non ti conoscono semplicemente vuol dire che non esisti.

Le voci narranti del libro sono due. Erica, osservatrice acuta e donna colta, che analizza con distacco la messa in scena della quotidianità, in una città che conserva ancora velleità da Dolce Vita, ma gli attori che mette in scena sono quasi tutte comparse. Stordita dall'amore per Arnaldo si lascia quasi rapire dal suo mondo...
E poi c'è Gerry, voce maschile narrante, amico d'infanzia di Erica, romano, che si dibatte per affermare i diritti dei padri separati. Forse sarà questo uno dei motivi della recensione della Bernardini de Pace chissà.

Due vite che parallelamente vivono lo stesso momento, da due prospettive diverse. Due lessici diversi che nello stesso libro segnano distintamente il racconto femminile dal racconto maschile. Come due doppiatori della stessa scena.

La storia d'amore è di quella che ti fa cogliere dettagli, parole e momenti come ne fossi stata tu la protagonista. E in parte ci puo stare. Credo che gran parte delle donne che la leggano, non possano fare altro che pensare di aver incontrato lo stesso "stronzo" almeno una volta nella vita.
Uno di quelli che ti affascina intelletualmente, che si incanta davanti ai tuoi occhi, davanti alle tue affermazioni intelligenti, che coglie ogni sfumatura, che mischia la passione all'intelletto, che ti vuole sua e solo sua ad ogni costo e per tutta la vita, che ti fa sentire unica, anche se lo sai che dura un giorno,che se per un solo istante spegni il cervello abbandonandoti alle sue seducenti lusinghe finisci come Alda Merini a scrivere poesie mentre sei sotto analisi, senza la speranza di diventare mai Alda Merini.

Uno di quelli che dopo mesi di trepidante passione prima, ti Ama alla follia,ti prende le mani ti guarda intensamente negli occhi e ti dice "Tutti mi chiedono come ho fatto a trovare una donna cosi, bella e intelligente, perfetta per me.-- Ecco, ci sono dei versi di un nmio amico poeta che dicono:Ho amato amarti nelle parole degli altri. E cosi io ti amo di persona ma anche di riflesso", insicuro come un bambino che tu possa abbandonarlo, e poi, il giorno dopo spegne la luce e se ne va.
Ed Erica non si capacità di questa Eclissi, fino a quando scopre alcune verità. Quelle omesse quando sei in Luna di Miele. Quelle che ogni volta che te le racconta una tua amica, sorridi sorniona e pensi che è la solita storia. Ma non è mai la solita storia...

Quando arriva una pioggia di cenere arriva anche l'amara rivincita di Erica. E la consapevolezza di essere andata Oltre.

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