Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

venerdì 22 ottobre 2010

Pietro de Viola e.." Alice senza Niente". Che Alice fosse un uomo lo sapevate?


Ieri sera ho accompagnato una mia amica alla sfilata di uno show-room di un famoso brand dell'alta moda, nel centro di Roma.
Ecco, ero curiosa lo ammetto, ma non vado matta per questi eventi mondani, anzi. E infatti ci sono andata con uno spirito da osservatrice, perche signori miei questo mondo è da osservare più di quanto si creda, dà sempre buoni spunti narrativi.

Ero li che giravo guardandomi intorno in questo showroom a tre piani, dove gli ospiti si mischiavano alle modelle, e i modelli ti passavano accanto senza avere una vera passerella. I camerieri di un catering forse famoso per la casa di moda, ma francamente pessimo, servivano mini bottiglie di Moet, e l'unica cosa che ho notato erano i dieci tovaglioli in raso che ogni tanto venivano distribuiti al posto di quelli di carta neri.

Ad un certo punto, il piano superiore si riempie di attempate signore venute in ghingheri ad omaggiare la signora F. Appena una varcava la soglia del piano di sopra veniva coralmente radiografata nei dettagli, che in ordine sono: borsa(solo due o tre avevano la borsa con il logo della casa), scarpe e lifting.

Per il resto nessuno già si curava delle giovani modelle, che cercavano di compiere il loro dovere provando a ritagliarsi un percorso per sfilare in mezzo a tutti i gruppetti di signore, che incuranti della sfilata, bevevano e ingurgitavano quello che di commestibile passava sui vassoi dei camerieri. Solo le pelliccie destavano più attenzione del resto.
Era un pout pourri di botulino, bionde tutte uguali, e brand ostentati. Poca vera classe.

Osservavo, tra una chiacchera e l'altra con la mia amica annoiata, e pensavo che il mondo non cambia mai, che in fondo a certa gente la crisi non ha cambiato una virgola. Che il valore di quelle maxibag delle quali, molte signore lamentavano il peso, dicendo che ti sfianca un braccio a portarla, sarebbe l'equivalente di uno stipendio medio (alto di questi tempi), di un giovane laureato, promettente, masterizzato, pluri titolato, bilingue e disoccupato che non sa come tirare avanti.

E mi è venuto in mente Pietro De Viola l'autore di un promettente libro on line che uscirà a breve. Non parlo del libro che ancora lo devo leggere. Ma di Pietro che ieri mi ha scritto, e ci siamo raccontati un pò.

Ripensavo a quella mail, che poi è già un racconto, alle sue Merit di cui non fa a meno, uno "normale", sulla soglia dei 30 anni che vive probabilmente al sud, che studia, e coltiva le sue passioni prima fra tutte la Musica. Puoi fare a meno di Battiato nella tua vita? No. E nemmeno della sua Stratocaster che io immagino sia una chitarra elettrica, ma non ne sono sicura. Prende un caffè rigorosamente amaro che gusta insieme a me in un bar immaginario di Roma, e parliamo dei suoi autori, di quelli che lo hanno formato e ispirato: Garcia Marquez," Miller ora e sempre", Sciascia, il Baricco dei suoi 16 anni che a occhio e croce sarà quello di "Seta" (?), ma anche Ammaniti, Busi e Gunter Grass. Mi fa ascoltare la sua musica, U2 come non amarli, Afterhours..e vado avanti.

Fuma mentre scrive lo vedo. Mi passa davanti la scena di un film, quella in cui Fred Ward interpreta Henry Miller che batte a macchina il suo "Tropico del Cancro" e fuma dannatamente tanto. Mi dice di essere affetto dal virus della Spagnolite, perchè si immagina di vivere a Barcellona, adora Almodovar (come quasi tre quarti di mondo), Alex de la Iglesia, La Vita de Nadie. E' confuso sul futuro, e chi non lo sarebbe in questa fase senza dio. Ti vergogni a presentare un curriculum troppo titolato, perche ti scartano se sei troppo qualificato. Ti vergogni a dire che sei disoccupato, come se chiedere lavoro fosse chiedere l'elemosina. Alice, il personaggio della sua opera prima, Alice Senza Niente, il primo libro pubblicato on line totalmente gratuito, racconta probabilmente la storia di tre quarti di generazione. Non quella da mille euro, no, ma quella da soglia della povertà.
E lo spirito che la anima, perchè anche un sogno di carta puo volare alto!

giovedì 14 ottobre 2010

Il Greenwashing inquinante



Fare pubblicità ingannevole sul rispetto dell’ambiente può costare caro, soprattutto in termini d’immagine. Ne sanno qualcosa alla casa automobilistica Dacia che ha lanciato sul mercato da poco un nuovo modello di Suv, la nuova Dacia Duster la cui pubblicità “ingannevole” in Francia ha scatenato non poche polemiche.

L’associazione ambientalista la Agir pour l’Environnement ha portato davanti al Giurì la casa automobilistica per l’immagine eco-friendly della Duster. Il Giurì in attesa dell’esito del ricorso, ha dato ragione alla nota associazione ambientalista, poiche lo slogan utilizzato per il lancio del nuovo Eco-Suv non sarebbe del tutto realistico. Nello specifico il riferimento va alle emissioni che nella Duster a ciclo medio sono di 159g/Km nella versione a due ruote motrici, e di 172g/km nella versione 4x4. Lo slogan “piu rispettosa dell’ambiente” andrebbe nei termini modificato. Il rapporto prezzo emissioni è stato giudicato apprezzabile ma da qui a farne una vettura ecologica a quanto pare ce ne passa.

Ma l’eco spot è una tentazione che tocca i professionisti del marketing di tutti i settori merceologici. Infatti considerata l’accresciuta sensibilità del consumatore, verso prodotti che presentano caratteristiche meno inquinanti per l’ambiente, gli esperti pubblicitari puntano tutto sulle presunte virtù ecologiche del prodotto che vendono. Anche la nota azienda di acqua minerale San Benedetto è stata infatti multata per la modica cifra di 70 mila euro dall’Antitrust per “pratiche commerciali scorrette”, su ricorso dell’Associazione Avvocatideiconsumatori. L’azienda di acqua minerale avrebbe abusato del cosiddetto greenwashing tanto in voga soprattutto negli USA (letteralmente significa lavare col verde), pubblicizzando le sue bottiglie ecofriendly con lo slogan “- plastica + natura”. Dal bollettino dell’Autorità Antistrust infatti si legge che non risulta che la società “abbia proceduto ad effettuare studi per dimostrare e certificare la veridicità delle sue affermazioni” riportate sui messaggi pubblicitari delle sue bottiglie eco friendly, “prodotte- sempre secondo lo spot San Benedetto - con meno plastica, meno energia e più amore per l’ambiente”.

In questa lista della pubblicità ingannevole è finita anche Sorgenia azienda produttrice di energia elettrica da fonti rinnovabili. Nel mirino dell’Authority è finito il claim utilizzato dall’azienda per la pubblicità pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 luglio 2009, dove promuoveva l’impegno profuso nella tutela dell’ambiente con la centrale a gas realizzata a Modugno nelle Puglie. Ma la centrale a metano della Sorgenia, 2187kt/l’anno, con buona pace del protocollo di Kyoto.

E non poteva certo mancare nell’hit parade del cosiddetto Greeenwashing la British Petroleum. Il logo impiegato nei suoi massicci passaggi pubblicitari, è diventato in un gigante girasole verde e giallo che rievocava l’attenzione che la società rivolge all’ambiente nella sua ricerca. Ed è cambiato anche il suo claim da British Petroleum a Beyound Petroleum, (al di là del petrolio appunto). Sarebbe tutto perfetto se la British Petroleum non si fosse resa responsabile di uno dei più grossi disastri ambientali degli ultimi tempi.

Pubblicato sul quotidiano ecologista Terra del 14 Settembre 2010.

venerdì 8 ottobre 2010

La Santanchè guarda la Calabria dall'alto dei suoi tacchi e la punta dello Stivale la prende a calci!


Io davvero non capisco gente come la Santanchè, i leghisti, e tanti altri funzionari di partito che ho incontrato lungo il mio percorso da attivista politica e dirigente di partito. Non capisco come ancora, quando si parla di Calabria e ndrangheta, questi assumano l'espressione di chi sta guardando un documentario sui campi di concentramento nazisti.
Distanti temporalmente e mentalmente.
Come se la cosa non gli appartenesse, come se fosse distante, come se si trattasse di un altro Paese.

La stessa mafia che al nord lavora silenziosamente, si occupa di edilizia, di appalti pubblici, di expo, di attività commerciali, di showroom e ristoranti, al sud continua ad usare gli stessi mezzi di un secolo fa.
Minaccia, corrompe, s'infiltra nelle istituzioni, uccide, traffica in droga e armi pesanti, soffoca, intimidsce, terrorizza, impone la cultura dell'omertà.
Non va certo in giro con la coppola e la lupara cosi come si puo vedere nei film di Tornatore. Semmai siede allo stesso tavolo della politica. Tratta appalti e concorsi pubblici, decide sindaci e governatori, tratta candidature e scranni in parlamento, sceglie i suoi rappresentanti, fa tutt'uno con la massoneria.

Cara Santanchè in Calabria non stiamo con l'anello al naso come dice sempre lei, in Calabria c'è un'altissima percentuale di laureati e disoccupati intellettuali. Di giovani stanchi di dover assecondare il politico di turno per poter ottenere un dignitoso posto di lavoro. Di giovani che con la mafia non hanno nulla a che fare.Il cui destino legato a quella terra è inesorabilmente legato alle scelte della politica. Alla capacità della politica di dare un futuro ad una Regione morta da tempo. Improduttiva, nonostante la pioggia di finanziamenti europei. Dove le infrastrutture non esistono, a cominciare dall'infinito cantiere della Salerno-Reggio Calabria, che da sola non basta. E tanto meno ci serve il ponte.
In Calabria la quantità di laureati sfornati dalle università non fluisce nel sistema economico regionale, perche un sistema economico in Calabria non esiste. Perche venire ad investire in Calabria che potrebbe diventare la Jamaica dell'Italia significa dover pagare doppio dazio, uno allo Stato e uno alla volontà dell'antistato che non si vede ma c'è.

Quando sento Maroni dire che sconfiggerà la mafia entro tre anni rido. Rido amaramente di un governo che si vanta di aver contribuito alla cattura di numerosi latitanti, quando queste catture sono frutto del lavoro di procure che da anni, da prima dell'avvento del governo Berlusconi, con sacrificio continuano alacremente il proprio lavoro di indagine. Mentre questo governo taglia la spesa pubblica lasciando le procure finanche senza soldi per la benzina. Propone decreti contro le intercettazioni che sono lo strumento principale per costruire il filo delle indagini contro le estorsioni ad esempio.Propone l'istituzione di commissioni parlamentari di inchiesta sul lavoro dei pm a suo dire poco ortodossi al regime, continua a elaborare leggi ad personam per un premier che azzarda finanche interpretazioni giuridiche sul concetto di reato di corruzione, ordina attività di dossieraggio killer contro i dissidenti, usa gli stessi mezzi con strumenti piu raffinati, che usa la mafia ne piu e ne meno.

In Calabria non ci sono ne aspiranti eroi ne sedicenti vittime, c'è una società civile che resiste. Resiste da secoli contro un antistato con cui le varie Gladio della storia di questo Paese ci hanno fatto merenda. Resiste alla beffa dei teatrini politici che si alternano al suo governo.
Resiste con la voglia di un riscatto. Perche se si indebolisce la Calabria lasciandola sola nell'indifferenza di certi politici ignoranti, si rafforza la ndrangheta e la ndrangheta non se fa nulla di una regione povera, ma si diffonde a macchia d'olio proprio li dove ancora il problema è solo un argomento di cui disquisire in salotto cara Santanchè.

venerdì 1 ottobre 2010

"Un'estate fa" di Camilla Baresani

A fine Estate mentre leggevo svogliatamente il Corriere della Sera, pigramente stravaccata sulla sdraio nel giardino della mia adorata zia,
mi soffermo sulla pubblicità a mezza pagina di questo libro, "Un'Estate fa" di Camilla Baresani.

Non so nulla dell'autrice, non ho mai letto un suo libro, leggo svogliatamente le varie brevi recensioni riportate sul testo del Corriere,
come sempre tutte molto positive. Mi soffermo su uno stralcio breve della recensione fatta da Annamaria Bernardini de Pace. Forse proprio perche non sapevo che recensisse libri, o forse solo perche ha usato le parole piu accattivanti, dicendo come la scrittrice fosse stata capace di riportare in questo libro, una fotografia inedita e intrigante di Roma.

Roma è la città in cui ho scelto di vivere, per adesso. E adoro le storie ambientate in questa città, per i suoi scorci e le sue contraddizioni, e la passione latente per i film anni 60 del neorealismo italiano. Ozpetek, regista straniero ma naturalizzato romano, l'ha sempre fotografata sotto una luce nuova che me la fa amare di piu, e cosi Camilla Baresani in questa storia ci ha messo il frame giusto per i miei gusti.

Non sono mai stata attratta dalle recensioni sui giornali degli ultimi libri in uscita, perche conosco bene il mondo degli uffici stampa, e so che la comunicazione spesso sensazionalista rende migliori di quanto lo siano in realtà certi prodotti editoriali.

Ma questo libro aveva anche un titolo evocativo, quando lessi la sua recensione, e quindi un non so chè mi diceva di comprarlo.

La trama ruota tutta intorno alla storia d'amore e di passione intellettuale che rapisce Erica e Arnaldo. Erica è una giornalista milanese, che incontra Arnaldo, affascinante produttore di documentari, a cena a casa di amici nella capitale. Erica giornalista pendolarista tra Milano e Roma ne rimane subito affascinata e qui comincia il filo di Arianna. Erica è sposata, e Arnaldo impegnato in una relazione stanca. Lei vive a Milano, e lui a Roma nel suo mondo di intellettuali comunicatori omnipresenzialisti di eventi glam e affettati luoghi da pubblic relations importanti.

La voce narrante principale del romanzo è Erica, che fotografa la vita romana del mondo della comunicazione con uno sguardo realistico e a tratti tagliente. Da pragmatica milanese come da clichè, viene catapultata dall'attrazione fatale per Arnaldo, nel mondo radical chic capitolino, fatto di pranzi sulle terrazze al Sole, di weekend a Capalbio, di Vernissage imperdibili, di conoscenze spacciate per grandi amicizie, e di attempate salottiere ratificatrici della tua stessa esistenza.Di quelle finte nobildonne magari separate da mariti importanti, che nella vita si occupano di tutto, dall'arredamento agli eventi, dalle p.r. alla beneficenza, passando per un salotto all'altro, e se non ti conoscono semplicemente vuol dire che non esisti.

Le voci narranti del libro sono due. Erica, osservatrice acuta e donna colta, che analizza con distacco la messa in scena della quotidianità, in una città che conserva ancora velleità da Dolce Vita, ma gli attori che mette in scena sono quasi tutte comparse. Stordita dall'amore per Arnaldo si lascia quasi rapire dal suo mondo...
E poi c'è Gerry, voce maschile narrante, amico d'infanzia di Erica, romano, che si dibatte per affermare i diritti dei padri separati. Forse sarà questo uno dei motivi della recensione della Bernardini de Pace chissà.

Due vite che parallelamente vivono lo stesso momento, da due prospettive diverse. Due lessici diversi che nello stesso libro segnano distintamente il racconto femminile dal racconto maschile. Come due doppiatori della stessa scena.

La storia d'amore è di quella che ti fa cogliere dettagli, parole e momenti come ne fossi stata tu la protagonista. E in parte ci puo stare. Credo che gran parte delle donne che la leggano, non possano fare altro che pensare di aver incontrato lo stesso "stronzo" almeno una volta nella vita.
Uno di quelli che ti affascina intelletualmente, che si incanta davanti ai tuoi occhi, davanti alle tue affermazioni intelligenti, che coglie ogni sfumatura, che mischia la passione all'intelletto, che ti vuole sua e solo sua ad ogni costo e per tutta la vita, che ti fa sentire unica, anche se lo sai che dura un giorno,che se per un solo istante spegni il cervello abbandonandoti alle sue seducenti lusinghe finisci come Alda Merini a scrivere poesie mentre sei sotto analisi, senza la speranza di diventare mai Alda Merini.

Uno di quelli che dopo mesi di trepidante passione prima, ti Ama alla follia,ti prende le mani ti guarda intensamente negli occhi e ti dice "Tutti mi chiedono come ho fatto a trovare una donna cosi, bella e intelligente, perfetta per me.-- Ecco, ci sono dei versi di un nmio amico poeta che dicono:Ho amato amarti nelle parole degli altri. E cosi io ti amo di persona ma anche di riflesso", insicuro come un bambino che tu possa abbandonarlo, e poi, il giorno dopo spegne la luce e se ne va.
Ed Erica non si capacità di questa Eclissi, fino a quando scopre alcune verità. Quelle omesse quando sei in Luna di Miele. Quelle che ogni volta che te le racconta una tua amica, sorridi sorniona e pensi che è la solita storia. Ma non è mai la solita storia...

Quando arriva una pioggia di cenere arriva anche l'amara rivincita di Erica. E la consapevolezza di essere andata Oltre.