Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

giovedì 24 febbraio 2011

Addormentarsi adesso svegliarsi fra cento anni...


"Addormentarsi adesso svegliarsi tra cento anni, amor mio..."

"No,non sono un disertore.

Del resto, il mio secolo non mi fa paura

il mio secolo pieno di miserie e di scandali

il mio secolo coraggioso grande ed eroico.

Non ho mai rimpianto d'esser venuto al mondo troppo presto

sono del ventesimo secolo e ne son fiero.

Mi basta esser là dove sono, tra i nostri,e battermi per un mondo nuovo..."

"Tra cento anni, amor mio..."

"No,prima e malgrado tutto.

Il mio secolo che muore e rinasce

il mio secolo i cui ultimi giorni saranno belli

la mia terribile notte lacerata dai gridi dell'alba il mio secolo splenderà di sole, amor mio

come i tuoi occhi..."


Nazin Hikmet

domenica 13 febbraio 2011

L'Ora del Se Non Ora Quando


Una piazza così non si vedeva da un po’, una piazza piena di donne ma anche di uomini, vibrante, pacifica, trepidante e partecipe, impaziente di urlare la propria rabbia, impaziente di dire basta, oggi da qui si riparte.

Si riparte per una nuova Italia, che ci restituisca la dignità perduta, la giusta considerazione, e ci somigli un po’ di più. Quando dal palco le promotrici della manifestazione si alternavano per comunicare alla piazza i dati relativi alla partecipazione nazionale, dalla piazza si alzava un boato, mentre Roma festeggiava cresceva contemporaneamente la solidarietà internazionale, Tokio, Ginevra , Londra Parigi e Bruxelles manifestavano all’unisono. Una piazza senza colore politico, senza distinguo, piena di giovani e piena di adrenalina. Dietro il palco sono state tantissime le presenze del mondo del cinema, dello spettacolo e della cultura, molte giovani attrici, scrittrici e poetesse. Valeria Fedeli una delle promotrici della manifestazione, intervistata, ha dichiarato entusiasta che nessuno si aspettava la mobilitazione di oltre 200 piazze in Italia, “vuol dire che le donne a cui sono venute dietro poi tanti uomini, possono segnare in questo paese un cambiamento, per una società in cui donne e uomini possano riscrivere un patto importante di nuova cultura”. Ma al dopo manifestazione chi ci ha pensato, questa piazza è la voce di un Paese stanco, scandalizzato, e per niente indifferente allo stato di degrado morale che ci troviamo a vivere.
Inutile negarlo, ma l’aria di sinistra dietro il backstage si percepiva eccome, senza volerne fare una questione di par condicio, la presenza politica del Pd era ben rappresentata, peccato che eccetto la Bongiorno invitata sul palco a intervenire, rappresentante di FLI, impegnata da sempre nella battaglia contro la violenza sulle donne, non si sia vista una sola voce fuori dal coro che appartenesse all’altro pezzo d’Italia. Quel pezzo d’Italia bugiarda e servile ben rappresentato dalle parole della Gelmini, che liquida un milione di presenze in piazza in tutta l’Italia, definendole poche radical chic, come nemmeno le tre scimmiette che giocavano sul comò avrebbero avuto il coraggio di fare. La presenza di molta stampa estera, è il segno che il mondo ci osserva, che la reazione della società al modello berlusconiano e burlesque deriso e vituperato da tutta la stampa internazionale, è importante per verificare il polso di una società che apparentemente sembrava dormiente e quasi rassegnata, per non dire “abituata” a non ribellarsi .
Berlusconi oggi ha avuto un merito, “perche è riuscito a mettere insieme tutte le categorie delle donne, puttane, madonne, sante, di seria A, di serie B e di serie C, tutte insieme senza distinguo” come ironicamente ha sintetizzato in una battuta Serena Dandini, ha avuto il merito di metterci tutte dalla stessa parte, di destra o di sinistra, laiche o cattoliche, femministe o meno, questa manifestazione non è stata una kermesse di radical chic, e neppure un girotondo di ex femministe, o coretti da suffragette, come ha dichiarato Susanna Camusso leader della CGIL “questa piazza sta chiedendo che le donne vengano riconosciute come persone che la loro mente non venga separata dal loro corpo, che non si venda il loro corpo, sta chiedendo questo, certo questo chiede un atto politico e il premier farebbe bene a rendersene conto”.Ma la sfiducia nella politica è colpa anche della sinistra, non dimentichiamo che la cooptazione è una pratica abusata anche a sinistra quando si decidono le liste per le candidature, e questo non fa meno male ai giovani precari, ai giovani attivisti e a chi ci crede nella partecipazione democratica. Se il dopo manifestazione iniziasse da qui, da maggiore coerenza politica e rispetto per le donne per i giovani e le loro idee, saremmo già in un mondo migliore.
Pubblicato su Fare Futuro WebMagazine il 14 Febbraio 2011
Roma 13 Febbraio 2011

giovedì 10 febbraio 2011

Alice Senza Niente nell'Italia del Bunga Bunga


Quando ho intervistato per la prima volta Pietro de Viola, autore dell’e-book più scaricato online degli ultimi sei mesi, il suo Alice senza Niente era stato notato solo da qualche magazine online che aveva scritto di lui.

Il suo esordio sul web, studiato come solo un vero marketing manager saprebbe fare, è avvenuto a piccoli passi, entrando in punta di piedi attraverso social network e web magazine, alcuni dei quali rifiutavano persino la pubblicazione del suo link all’inizio. Durante la fine dell’estate, con un breve comunicato stampa, viene annunciata la pubblicazione di un nuovo romanzo online dal titolo Alice senza Niente, e io pensai inizialmente, si trattasse solamente della nuova campagna stampa di un libro in uscita edito da qualche nota casa editrice.

E invece no, non c’era nessuna casa editrice dietro questa campagna stampa, c’è solo un nome di persona, Pietro De Viola.Quando Pietro è diventato mio amico su Facebook, ho spulciato come è consuetudine il suo profilo, per saperne di più. Ho osservato i suoi interventi alle mie discussioni sul mio wall, e un bel giorno gli ho scritto, e gli ho chiesto un’intervista. Perché per dare un’intervista non devi mica essere già famoso, magari lo stai solo diventando, e io fiutavo un piccolo successo letterario.Incontro Pietro ai tavolini di un bar nel centro di Roma, e davanti ad un caffè comincia a parlarmi di sé e del perché ha scelto di pubblicare online il suo romanzo, senza passare da alcuna casa editrice. Pietro De Viola è un ragazzo di 30 anni, siciliano trapiantato nel centro Italia, laureato con 110 e lode, che come la maggior parte dei giovani laureati ha cominciato il suo calvario da giovane precario disoccupato subito dopo la sua bella laurea. Ha fatto parecchi lavoretti da precario per tirare avanti, ha fatto il cassiere, l’agente immobiliare, e continua a fare il sognatore, e questo gli ha reso un bella gratificazione a conti fatti. La nostra chiacchierata davanti a quel caffè, passa attraverso i racconti di un ragazzo con una buona formazione culturale e titoli accademici sottobraccio, che come al tempo fecero già i nostri genitori 50 anni fa, è costretto a lasciare la Sicilia e a emigrare alla ricerca di un lavoro. E qui comincia la storia di un’intera generazione, che vive sparsa per città e capitali europee, lavorando a singhiozzo, pagando affitti salatissimi quasi sempre in nero, che continua a procrastinare in un tempo indefinito le sue aspirazioni genitoriali, o semplicemente di coppia, perché non se le può permettere, che alla sera guarda i tg rischiando l’ulcera perché le uniche news che passano sui tg nazionali riguardano il premier e i suoi festini, e mai una riforma che li riguardi, che provveda al loro futuro, al futuro di un intero Paese, impantanato nelle beghe giudiziarie di chi lo governa e nelle cronache hard di villa Arcore. Alice senza Niente è la storia di una ragazza come ve ne sono tante, che passa le sue giornate a riempire form online per iscriversi ai data base di società che probabilmente non leggeranno mai il suo curriculum, neppure quando dovranno assumere personale, perché spesso il recruiting di una società, in Italia, non avviene aprendo la banca dati delle risorse umane, ma aprendo la banca dati del più raccomandato che è diverso. E così, che da un po’ di tempo, su riviste e magazine capita di leggere articoli che tracciano l’identikit del giovane disoccupato più a rischio di eliminazione da un colloquio, conquista il podio della classifica il classico laureato con 110, specializzato, poliglotta, esperienza all’estero, e buona capacità di adattamento. Quando Alice senza Niente viene pubblicato online il 28 ottobre, io avevo già scritto di Pietro, il suo e-book in meno di 20 ore registra più di 5000 download in 50 diversi Paesi nel mondo. Oggi siamo a oltre 24 mila copie scaricate, e Pietro fa la spola tra un’intervista e l’altra, è stato recensito su quasi tutti i più importanti quotidiani e magazine italiani, e continua a essere chiamato per rilasciare interviste. Sono arrivate anche alcune velate proposte di lavoro da parte di società di web marketing, ma l’altra sera mentre ci chiacchieravo mi ha detto che a breve riprenderà a lavorare per un paio di mesi con il sindacato con cui aveva già lavorato in passato, e che una vera proposta di lavoro, non l’ha ancora ricevuta. Praticamente è passato dallo stato di precario sconosciuto allo stato di precario famoso, ma nonostante la fama, i riconoscimenti, il merito attestato e il talento, fioccano le interviste e gli articoli a mezzo stampa, ma non c’è nessuno che avanzi una vera proposta di collaborazione. Ci toccherà aspettare la prossima campagna elettorale per ascoltare ancora una volta l’affannato proclama dei paladini del “fermiamo la fuga dei cervelli all’estero”.


di Manuela Caserta


Publicato su Fare Futuro Web Magazine il 10 febbraio 2011