Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

venerdì 29 maggio 2009

"La Danza della Realtà" di Alejandro Jodorowsky

Per chi ancora non avesse mai letto Alejandro Jodorowsky "La Danza della Realtà" edito da Feltrinelli è senza dubbio l’opera più completa. Nonostante sia difficile riassumere il pensiero di Jodorowsky in una sola sua opera letteraria, questo libro è senz’altro un viaggio dentro la vita di questo autore, scrittore, attore, regista e ricercatore, che scandisce la sua esistenza in un tempo immenso. Ricercatore di verità, filosofo, aspirante sciamano, artista eclettico, ha sempre avuto uno sguardo parallelo all’esoterico sulle cose della vita, una particolare sensibilità verso il paranormale dovuta forse all’infanzia difficile passata a compiacere un padre rigoroso legato alle sue origini russe e prigioniero delle sue insicurezze, o forse, agli incontri che il destino gli riserva e che lo porteranno ad evadere, a sentire un’inesauribile sete di sapere, di conoscere e di esperire. Il suo primo incontro con la poesia divenne il filo conduttore di tutta la sua vita, dal Cile decise di trasferirsi a Parigi dove prese parte al movimento surrealista e divenne grande ammiratore di Andrè Breton, successivamente fondò con Fernando Arrabal e Roland Topor il movimento del teatro panico. La sua esistenza è una parabola ascendente, gli incontri che la costellano sono tasselli di un mosaico ancora incompleto, lo studio dei tarocchi, il taoismo zen, la sciamana Pachita, il teatro panico, il suo rapporto con la religione, i viaggi e la regia, sono tutti elementi di infinite storie nella storia. Dopo esser stato assistente per diverso tempo di Marcel Marceau, fu autore di molte piéce teatrali, fra queste lo resero celebre La montagna Sacra e SantaSangre, ma fu anche fumettista per Moebius. Difficile racchiudere Jodorowsky in una sola definizione, la sua Psicomagia questa sorta di filosofia guaritrice che inventò dopo aver seguito per anni durante gli anni 60 la sciamana Pachita, guaritrice messicana, prende spunto anche dal surrealismo, è un linguaggio artistico che utilizza simboli inconsci, l’atto psicomagico che suggerisce ai suoi interlocutori è in realtà un gesto poetico in apparenza illogico, ma di dirompente impatto emotivo. In questo libro racconta di quando si rivolse a lui per essere guarito dalla depressione attraverso la psicomagia un grande attore italiano, di cui Jodorowsky non svela il nome, ma nella breve descrizione che ne fà è facile intuire la figura del grande Vittorio Gassman, il quale si rifiutò di eseguire l’atto psicomagico alla lettera per come Jodorowskj suggeriva, e questo rifiuto divenne la rivelazione stessa della natura della sua depressione, la sofferenza scatenata dall’essere prigioniero di una etichetta, di un nome, il suo. E’ seducente pagina dopo pagina, lasciarsi assorbire dai suoi racconti di vita, dalla sua analisi introspettiva che lo porta con avida curiosità a ricercare il senso delle proprie azioni, anche il più scettico razionalista non potrà fare a meno di scavare dentro questo libro fino alla fine, affascinato da come Jodoroswky leghi gli accadimenti della sua vita ad un fatalismo illuminato distante da una visione semplicemente religiosa, semmai quasi apparentemente in contraddizione con essa, ma senza discostarsene mai veramente.
E’ un’autobiografia che si legge come un romanzo ma che di romanzato non ha nulla.