Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

martedì 19 gennaio 2010

Una volta di più a Parìs...

Ecco Parigi una volta di piu.. un viaggio inatteso in una città che forse in controtendenza con mezzo mondo non ho mai amato. Ma questa volta l'ho riscoperta da la Ile de S.Louis, nel cuore della città vecchia...e li Parigi mi si è rivelata, raccontandomi un pò piu di sè. Parigi per me è sempre stata una donna bella e triste, una aristocratica decaduta con la nostalgia dei lustri andati, la sua Senna scivola grigia e placida lungo la città, il sole illumina di passaggio le sue vanità, il suo è il colore livido delle aurore invernali, il freddo è il suo profumo, ti stringe dentro il tuo paltò mentre cammini tra le pieghe delle sue mani. Ti ho riscoperta mentre riluttante,cercavo conferma del mio mancato incanto, ti ho scrutata, osservata e fotografata un passo dietro l'altro, mentre incrociavo gli sguardi dei tuoi parigini sempre un pò "invisibili", passanti e comparse senza colore di questa Parigi un pò schiva e un po snob. Approdo a Parigi che è gia sera, e quando esco dalla metro mi si apre lo scenario, Place du Chatelet scatta il primo frame. Il freddo m'investe, cammino lungo il ponte passando tra i chioschetti dei rigattieri di libri vecchi, cercanco di seguire la mappa della mia moleskine parigina. Ecco l'isola la Ile de la Citè, ancora un'isola dentro una città..fino a raggiungere la Ile de S.Louise. Attraverso il ponte trascinando la mia valigia e mi sorride un clochard che sta allestendo il suo teatrino, anche la musica è da bohemmienne, si Parìs fammi sentire la tua chanson cantami un pò il tuo Rugantino. E' notte e di notte le città che hanno fascino ti seducono sempre un pò, tra le vecchie strade di S.Louis mi lascio rapire dall'immaginazione, c'è poca gente, mi gusto i suoi vicoli, le sue botteghe tipiche, la drogheria del fois gras, il fornaio con le baguette e i croissant, la chocolaterie, la Fromagerie,i negozietti vintage e come in un film muto passeggio e osservo la gente che cena dentro le bressarie. Ceno a fromage e bordeoux, un clichè irrinunciabile con crepes al cioccolato inclusa. E dopo mi godo il mio sigaro davanti alla Senna che scorre...e sorrido quando ingoi il fumo del tuo primo sigaro che ti fà tossire... Va bene Parìs..per questa notte hai vinto tu,questo odioso freddo addosso, le tue luci che brillano da lontano,la tua Senna che scorre lenta,i tuoi clochard un pò chansonnier e un pò rivoluzionari..hanno sedotto anche me...solo per un istante solo per una notte e soltanto una volta.

lunedì 11 gennaio 2010

L'esercito degli invisibili

Gia nel mese di maggio 2009 i Carabineri del comando provinciale di Reggio Calabria erano riusciti a sgominare un'organizzazione criminale rosarnese dedita alla tratta degli schiavi, arrestando tre imprenditori agricoli che in concorso con due cittadini dell'Europa dell'Est, avevano messo in piedi una organizzazione che riduceva in schiavitù gli immigrati extracomunitari, quasi sempre di orgine africana, impiegandoli nella campagna di raccolta degli agrumi,inducendoli alla prostituzione, sfruttandoli, e favorendo l'immigrazione clandestina. Le indagini avevano portato alla luce le condizioni di miseria e precarietà in cui vivevano gran parte di questi extracomunitari, molti dei quali senza permesso di soggiorno, costretti a trovare rifugio nella prima baracca persa nella campagna rosarnese, o in capannoni in disuso dove dormivano su giacigli improvvisati, in mezzo alla sporcizia, senza servizi igienici, dove i bidoni per la raccolta delle arance venivano trasformati in vasche per raccogliere l'acqua piovana per lavarsi.Dove ogni etnia di provenienza formava gruppo a se, gli ivoriani con gli ivoriani, i senegalesi con i senegalesi,il ghetto nel ghetto, la differenza nella differenza.Ogni mattina prima dell'alba li vedevi camminare lungo il margine della strada provinciale del paese, in fila l'uno dietro l'altro diretti verso il punto di ritrovo dove sarebbe passato il caporale di turno per caricarli e portarli nei campi.Circa 25/28 euro era il salario per una giornata di 12 ore di lavoro, 5 dei quali trattenuti alla fonte dagli sfruttatori. Salario che probabilmente non veniva nemmeno corrisposto regolarmente. I loro documenti venivano trattenuti come mezzo di ricatto, bastava minacciarli di essere denunciati come clandestini per tenerli sotto vessazione.E poi seguivano le aggressioni, di notte ragazzacci in moto affiancavano il ribelle di turno che tornava a casa a piedi,dopo una giornata sui campi, e lo prendevano a sprangate,insultandolo, minacciandolo e fuggendo. Oppure,come è successo un paio di notti fa si spara a fuoco nel buio. E poi la storia si ripete, due di loro vengono feriti gravemente e si scatena la rivolta degli schiavi, scoppia la rabbia, s'infiammano gli animi, e in una notte Rosarno diventa il Far West.Perchè Saviano ha ragione, gli africani per ben tre volte in questo paese hanno dimostrato di avere il coraggio di ribellarsi alla criminalità organizzata, hanno avuto il coraggio di rischiare tutto in una notte ma hanno detto BASTA.Basta essere sfruttati, basta vivere senza dignità, basta essere vittime conniventi di un sistema "feudale" senza Stato.E' una guerra tra poveri in una regione da sempre in lotta con se stessa, l'anima nera e l'anima bianca, la gente onesta subisce l'onta di quella disonesta,la Calabria.."perche Dio ha inventato la Calabria!" imprecava qualche tempo fa Venditti sul palco di un concerto, e la gente applaudiva pure.Ecco, adesso questa vergogna chi ce la leva piu, la vergogna di avere tra noi bestie che trattano un immigrato come uno schiavo! La vergogna di una regione i cui figli sono emigranti da un secolo,emigranti ancora oggi, "emigrata" io stessa che ho 30 anni, e che quando leggo queste notizie mi assale la rabbia,impreco contro quella feccia umana che inquina questa regione, rinnegherei la mia terra, perche mi vergogno, mi mortifica pensare che tutti quelli come me, come i miei genitori, come i miei amici che vivono giu subiscano l'onta di questa ingiustizia. Senza averla nemmeno minimamente mai voluta e mai omessa, MAI .Ma la verità è un'altra, la verità è che la storia dello sfruttamento degli immigrati nella raccolta della arance è vecchia come il gioco di padre Cuccuzzaro, perchè l'economia agricola della piana di Gioia Tauro è in crisi da oltre un decennio, già solo nel 2000 Sciuscià realizzò una puntata sulla crisi delle arance a Rosarno denominata un tempo la capitale dei giardini, per la bellezza dei suoi agrumeti. Mettendo in luce le truffe ai finanziamenti europei, i tagli che la stessa Europa aveva operato sulle compensazioni per le arance al macero, e la concorrenza gia al tempo insostenibile, sui nostri mercati delle arance importate dalla Spagna e dal nord Africa e vendute a basso costo, ma tanto cosa importa la qualità.Ecco come si arriva a fare la guerra tra poveri, ecco come la disperazione diventa l'espediente del debole per prevaricare il piu debole, ecco cosa succede a vivere sotto l'indifferenza dello Stato che è pronto a far parate istituzionali sempre dopo che il morto c'è gia stato, che minaccia misure di sicurezza e provvedimenti d'urgenza, che minaccia di mandare l'esercito come se servisse a qualcosa quando poi lo Stato è malato nelle sue stesse istituzioni.Se affonda la punta dello Stivale affonda tutto il Paese ma questa forse sembra una previsione troppo lontana per considerarla allarmante.