Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

mercoledì 15 dicembre 2010

La Rivoluzione sotto Casa

Una giornata così a Roma non si vedeva da un po’, un bel po’.
Una giornata assolata ma freddissima, cominciata con un’attesa, l’attesa di un voto alla Camera, che avrebbe potuto cambiare le sorti di questo Paese ormai claudicante, e forse avrebbe potuto restituire un po’ di fiducia alla sua gente.
Questa “rivoluzione” a cui la gente dà solo un’accezione positiva, mi è arrivata sotto casa mentre lavoravo al mio pc. Un boato troppo forte per sembrare un petardo natalizio, mi ha fatto arrivare sotto il naso la puzza di bruciato. Sono corsa alla finestra e ho visto una nuvola di fumo nero alzarsi da un’auto in fiamme sull’altro lato del Tevere, i passanti che increduli si affacciavano su questo lato del fiume a guardare cosa stava succedendo.
Infilo il cappotto e scendo giù, sento al megafono la voce di un’organizzatrice che dice al corteo di deviare il percorso sulle strade laterali del Tevere, per evitare di avvicinarsi all’auto in fiamme. Le fiamme si diramano velocemente e inghiottono anche l’auto parcheggiata dietro. I vigili del fuoco non arrivano, probabilmente intasati nel traffico congestionato dal caos. L’elicottero sorvola la città, continuano i boati, sono altre macchine che saltano, il centro è blindato, gli scontri su via del corso diventano scatti istantanei sulle homepage dei principali quotidiani online, tutti riprendono con il telefonino, tutti scattano, commentano che questi non sono pacifisti, che non si fa così. C’è chi chiede, ma sono gli studenti? Sono stati loro?...
Intanto il traffico si paralizza, e il rumore delle sirene dei vigili del fuoco si mischia con quello delle sirene delle autoambulanze.
E’ una città che scopre il caos di un’ insurrezione, sono i black bloc che stravolgono il centro, sfondando macchine, vetrine, e lasciano scritte sui vetri delle banche “spegniamo i mutui e accendiamo le banche”. Su ponte Vittorio Emanuele II la polizia dà la carica, cercando di disperdere il corteo separandolo con i fumogeni.
Eccola è arrivata, la rabbia è esplosa dopo aver sentito che Berlusconi era riuscito a comprarsi tre voti, tre persone, tre deleghe parlamentari e ce l’aveva fatta un’altra volta. Una manifestazione cominciata tra musica e slogan si è trasformata rapidamente in barricate, lanci di san pietrini, lacrimogeni, e motorini sfasciati abbandonati sull’asfalto.
E’ questa la Rivoluzione, è anche questa la Rivoluzione, che non ha sempre e solo un’accezione romantica positiva e idealista, cosi come è spesso quella evocata dai nostalgici e dalla letteratura, ma è fatta anche di questo, di polvere fumo e panico.
Non dura un giorno, non si consuma in un giorno, non basta un giorno per sentirla passare, ma la percepisci nella paura della gente che rimane attonita, e la respiri nell’aria, quando ti accorgi che qualcosa si muove all’unisono, che la rabbia scalpita da troppo tempo e avverti che stavolta, non sarà come le altre volte...

giovedì 25 novembre 2010

A tutte le Donne


Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra.

Alda Merini.

venerdì 22 ottobre 2010

Pietro de Viola e.." Alice senza Niente". Che Alice fosse un uomo lo sapevate?


Ieri sera ho accompagnato una mia amica alla sfilata di uno show-room di un famoso brand dell'alta moda, nel centro di Roma.
Ecco, ero curiosa lo ammetto, ma non vado matta per questi eventi mondani, anzi. E infatti ci sono andata con uno spirito da osservatrice, perche signori miei questo mondo è da osservare più di quanto si creda, dà sempre buoni spunti narrativi.

Ero li che giravo guardandomi intorno in questo showroom a tre piani, dove gli ospiti si mischiavano alle modelle, e i modelli ti passavano accanto senza avere una vera passerella. I camerieri di un catering forse famoso per la casa di moda, ma francamente pessimo, servivano mini bottiglie di Moet, e l'unica cosa che ho notato erano i dieci tovaglioli in raso che ogni tanto venivano distribuiti al posto di quelli di carta neri.

Ad un certo punto, il piano superiore si riempie di attempate signore venute in ghingheri ad omaggiare la signora F. Appena una varcava la soglia del piano di sopra veniva coralmente radiografata nei dettagli, che in ordine sono: borsa(solo due o tre avevano la borsa con il logo della casa), scarpe e lifting.

Per il resto nessuno già si curava delle giovani modelle, che cercavano di compiere il loro dovere provando a ritagliarsi un percorso per sfilare in mezzo a tutti i gruppetti di signore, che incuranti della sfilata, bevevano e ingurgitavano quello che di commestibile passava sui vassoi dei camerieri. Solo le pelliccie destavano più attenzione del resto.
Era un pout pourri di botulino, bionde tutte uguali, e brand ostentati. Poca vera classe.

Osservavo, tra una chiacchera e l'altra con la mia amica annoiata, e pensavo che il mondo non cambia mai, che in fondo a certa gente la crisi non ha cambiato una virgola. Che il valore di quelle maxibag delle quali, molte signore lamentavano il peso, dicendo che ti sfianca un braccio a portarla, sarebbe l'equivalente di uno stipendio medio (alto di questi tempi), di un giovane laureato, promettente, masterizzato, pluri titolato, bilingue e disoccupato che non sa come tirare avanti.

E mi è venuto in mente Pietro De Viola l'autore di un promettente libro on line che uscirà a breve. Non parlo del libro che ancora lo devo leggere. Ma di Pietro che ieri mi ha scritto, e ci siamo raccontati un pò.

Ripensavo a quella mail, che poi è già un racconto, alle sue Merit di cui non fa a meno, uno "normale", sulla soglia dei 30 anni che vive probabilmente al sud, che studia, e coltiva le sue passioni prima fra tutte la Musica. Puoi fare a meno di Battiato nella tua vita? No. E nemmeno della sua Stratocaster che io immagino sia una chitarra elettrica, ma non ne sono sicura. Prende un caffè rigorosamente amaro che gusta insieme a me in un bar immaginario di Roma, e parliamo dei suoi autori, di quelli che lo hanno formato e ispirato: Garcia Marquez," Miller ora e sempre", Sciascia, il Baricco dei suoi 16 anni che a occhio e croce sarà quello di "Seta" (?), ma anche Ammaniti, Busi e Gunter Grass. Mi fa ascoltare la sua musica, U2 come non amarli, Afterhours..e vado avanti.

Fuma mentre scrive lo vedo. Mi passa davanti la scena di un film, quella in cui Fred Ward interpreta Henry Miller che batte a macchina il suo "Tropico del Cancro" e fuma dannatamente tanto. Mi dice di essere affetto dal virus della Spagnolite, perchè si immagina di vivere a Barcellona, adora Almodovar (come quasi tre quarti di mondo), Alex de la Iglesia, La Vita de Nadie. E' confuso sul futuro, e chi non lo sarebbe in questa fase senza dio. Ti vergogni a presentare un curriculum troppo titolato, perche ti scartano se sei troppo qualificato. Ti vergogni a dire che sei disoccupato, come se chiedere lavoro fosse chiedere l'elemosina. Alice, il personaggio della sua opera prima, Alice Senza Niente, il primo libro pubblicato on line totalmente gratuito, racconta probabilmente la storia di tre quarti di generazione. Non quella da mille euro, no, ma quella da soglia della povertà.
E lo spirito che la anima, perchè anche un sogno di carta puo volare alto!

giovedì 14 ottobre 2010

Il Greenwashing inquinante



Fare pubblicità ingannevole sul rispetto dell’ambiente può costare caro, soprattutto in termini d’immagine. Ne sanno qualcosa alla casa automobilistica Dacia che ha lanciato sul mercato da poco un nuovo modello di Suv, la nuova Dacia Duster la cui pubblicità “ingannevole” in Francia ha scatenato non poche polemiche.

L’associazione ambientalista la Agir pour l’Environnement ha portato davanti al Giurì la casa automobilistica per l’immagine eco-friendly della Duster. Il Giurì in attesa dell’esito del ricorso, ha dato ragione alla nota associazione ambientalista, poiche lo slogan utilizzato per il lancio del nuovo Eco-Suv non sarebbe del tutto realistico. Nello specifico il riferimento va alle emissioni che nella Duster a ciclo medio sono di 159g/Km nella versione a due ruote motrici, e di 172g/km nella versione 4x4. Lo slogan “piu rispettosa dell’ambiente” andrebbe nei termini modificato. Il rapporto prezzo emissioni è stato giudicato apprezzabile ma da qui a farne una vettura ecologica a quanto pare ce ne passa.

Ma l’eco spot è una tentazione che tocca i professionisti del marketing di tutti i settori merceologici. Infatti considerata l’accresciuta sensibilità del consumatore, verso prodotti che presentano caratteristiche meno inquinanti per l’ambiente, gli esperti pubblicitari puntano tutto sulle presunte virtù ecologiche del prodotto che vendono. Anche la nota azienda di acqua minerale San Benedetto è stata infatti multata per la modica cifra di 70 mila euro dall’Antitrust per “pratiche commerciali scorrette”, su ricorso dell’Associazione Avvocatideiconsumatori. L’azienda di acqua minerale avrebbe abusato del cosiddetto greenwashing tanto in voga soprattutto negli USA (letteralmente significa lavare col verde), pubblicizzando le sue bottiglie ecofriendly con lo slogan “- plastica + natura”. Dal bollettino dell’Autorità Antistrust infatti si legge che non risulta che la società “abbia proceduto ad effettuare studi per dimostrare e certificare la veridicità delle sue affermazioni” riportate sui messaggi pubblicitari delle sue bottiglie eco friendly, “prodotte- sempre secondo lo spot San Benedetto - con meno plastica, meno energia e più amore per l’ambiente”.

In questa lista della pubblicità ingannevole è finita anche Sorgenia azienda produttrice di energia elettrica da fonti rinnovabili. Nel mirino dell’Authority è finito il claim utilizzato dall’azienda per la pubblicità pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 luglio 2009, dove promuoveva l’impegno profuso nella tutela dell’ambiente con la centrale a gas realizzata a Modugno nelle Puglie. Ma la centrale a metano della Sorgenia, 2187kt/l’anno, con buona pace del protocollo di Kyoto.

E non poteva certo mancare nell’hit parade del cosiddetto Greeenwashing la British Petroleum. Il logo impiegato nei suoi massicci passaggi pubblicitari, è diventato in un gigante girasole verde e giallo che rievocava l’attenzione che la società rivolge all’ambiente nella sua ricerca. Ed è cambiato anche il suo claim da British Petroleum a Beyound Petroleum, (al di là del petrolio appunto). Sarebbe tutto perfetto se la British Petroleum non si fosse resa responsabile di uno dei più grossi disastri ambientali degli ultimi tempi.

Pubblicato sul quotidiano ecologista Terra del 14 Settembre 2010.

venerdì 8 ottobre 2010

La Santanchè guarda la Calabria dall'alto dei suoi tacchi e la punta dello Stivale la prende a calci!


Io davvero non capisco gente come la Santanchè, i leghisti, e tanti altri funzionari di partito che ho incontrato lungo il mio percorso da attivista politica e dirigente di partito. Non capisco come ancora, quando si parla di Calabria e ndrangheta, questi assumano l'espressione di chi sta guardando un documentario sui campi di concentramento nazisti.
Distanti temporalmente e mentalmente.
Come se la cosa non gli appartenesse, come se fosse distante, come se si trattasse di un altro Paese.

La stessa mafia che al nord lavora silenziosamente, si occupa di edilizia, di appalti pubblici, di expo, di attività commerciali, di showroom e ristoranti, al sud continua ad usare gli stessi mezzi di un secolo fa.
Minaccia, corrompe, s'infiltra nelle istituzioni, uccide, traffica in droga e armi pesanti, soffoca, intimidsce, terrorizza, impone la cultura dell'omertà.
Non va certo in giro con la coppola e la lupara cosi come si puo vedere nei film di Tornatore. Semmai siede allo stesso tavolo della politica. Tratta appalti e concorsi pubblici, decide sindaci e governatori, tratta candidature e scranni in parlamento, sceglie i suoi rappresentanti, fa tutt'uno con la massoneria.

Cara Santanchè in Calabria non stiamo con l'anello al naso come dice sempre lei, in Calabria c'è un'altissima percentuale di laureati e disoccupati intellettuali. Di giovani stanchi di dover assecondare il politico di turno per poter ottenere un dignitoso posto di lavoro. Di giovani che con la mafia non hanno nulla a che fare.Il cui destino legato a quella terra è inesorabilmente legato alle scelte della politica. Alla capacità della politica di dare un futuro ad una Regione morta da tempo. Improduttiva, nonostante la pioggia di finanziamenti europei. Dove le infrastrutture non esistono, a cominciare dall'infinito cantiere della Salerno-Reggio Calabria, che da sola non basta. E tanto meno ci serve il ponte.
In Calabria la quantità di laureati sfornati dalle università non fluisce nel sistema economico regionale, perche un sistema economico in Calabria non esiste. Perche venire ad investire in Calabria che potrebbe diventare la Jamaica dell'Italia significa dover pagare doppio dazio, uno allo Stato e uno alla volontà dell'antistato che non si vede ma c'è.

Quando sento Maroni dire che sconfiggerà la mafia entro tre anni rido. Rido amaramente di un governo che si vanta di aver contribuito alla cattura di numerosi latitanti, quando queste catture sono frutto del lavoro di procure che da anni, da prima dell'avvento del governo Berlusconi, con sacrificio continuano alacremente il proprio lavoro di indagine. Mentre questo governo taglia la spesa pubblica lasciando le procure finanche senza soldi per la benzina. Propone decreti contro le intercettazioni che sono lo strumento principale per costruire il filo delle indagini contro le estorsioni ad esempio.Propone l'istituzione di commissioni parlamentari di inchiesta sul lavoro dei pm a suo dire poco ortodossi al regime, continua a elaborare leggi ad personam per un premier che azzarda finanche interpretazioni giuridiche sul concetto di reato di corruzione, ordina attività di dossieraggio killer contro i dissidenti, usa gli stessi mezzi con strumenti piu raffinati, che usa la mafia ne piu e ne meno.

In Calabria non ci sono ne aspiranti eroi ne sedicenti vittime, c'è una società civile che resiste. Resiste da secoli contro un antistato con cui le varie Gladio della storia di questo Paese ci hanno fatto merenda. Resiste alla beffa dei teatrini politici che si alternano al suo governo.
Resiste con la voglia di un riscatto. Perche se si indebolisce la Calabria lasciandola sola nell'indifferenza di certi politici ignoranti, si rafforza la ndrangheta e la ndrangheta non se fa nulla di una regione povera, ma si diffonde a macchia d'olio proprio li dove ancora il problema è solo un argomento di cui disquisire in salotto cara Santanchè.

venerdì 1 ottobre 2010

"Un'estate fa" di Camilla Baresani

A fine Estate mentre leggevo svogliatamente il Corriere della Sera, pigramente stravaccata sulla sdraio nel giardino della mia adorata zia,
mi soffermo sulla pubblicità a mezza pagina di questo libro, "Un'Estate fa" di Camilla Baresani.

Non so nulla dell'autrice, non ho mai letto un suo libro, leggo svogliatamente le varie brevi recensioni riportate sul testo del Corriere,
come sempre tutte molto positive. Mi soffermo su uno stralcio breve della recensione fatta da Annamaria Bernardini de Pace. Forse proprio perche non sapevo che recensisse libri, o forse solo perche ha usato le parole piu accattivanti, dicendo come la scrittrice fosse stata capace di riportare in questo libro, una fotografia inedita e intrigante di Roma.

Roma è la città in cui ho scelto di vivere, per adesso. E adoro le storie ambientate in questa città, per i suoi scorci e le sue contraddizioni, e la passione latente per i film anni 60 del neorealismo italiano. Ozpetek, regista straniero ma naturalizzato romano, l'ha sempre fotografata sotto una luce nuova che me la fa amare di piu, e cosi Camilla Baresani in questa storia ci ha messo il frame giusto per i miei gusti.

Non sono mai stata attratta dalle recensioni sui giornali degli ultimi libri in uscita, perche conosco bene il mondo degli uffici stampa, e so che la comunicazione spesso sensazionalista rende migliori di quanto lo siano in realtà certi prodotti editoriali.

Ma questo libro aveva anche un titolo evocativo, quando lessi la sua recensione, e quindi un non so chè mi diceva di comprarlo.

La trama ruota tutta intorno alla storia d'amore e di passione intellettuale che rapisce Erica e Arnaldo. Erica è una giornalista milanese, che incontra Arnaldo, affascinante produttore di documentari, a cena a casa di amici nella capitale. Erica giornalista pendolarista tra Milano e Roma ne rimane subito affascinata e qui comincia il filo di Arianna. Erica è sposata, e Arnaldo impegnato in una relazione stanca. Lei vive a Milano, e lui a Roma nel suo mondo di intellettuali comunicatori omnipresenzialisti di eventi glam e affettati luoghi da pubblic relations importanti.

La voce narrante principale del romanzo è Erica, che fotografa la vita romana del mondo della comunicazione con uno sguardo realistico e a tratti tagliente. Da pragmatica milanese come da clichè, viene catapultata dall'attrazione fatale per Arnaldo, nel mondo radical chic capitolino, fatto di pranzi sulle terrazze al Sole, di weekend a Capalbio, di Vernissage imperdibili, di conoscenze spacciate per grandi amicizie, e di attempate salottiere ratificatrici della tua stessa esistenza.Di quelle finte nobildonne magari separate da mariti importanti, che nella vita si occupano di tutto, dall'arredamento agli eventi, dalle p.r. alla beneficenza, passando per un salotto all'altro, e se non ti conoscono semplicemente vuol dire che non esisti.

Le voci narranti del libro sono due. Erica, osservatrice acuta e donna colta, che analizza con distacco la messa in scena della quotidianità, in una città che conserva ancora velleità da Dolce Vita, ma gli attori che mette in scena sono quasi tutte comparse. Stordita dall'amore per Arnaldo si lascia quasi rapire dal suo mondo...
E poi c'è Gerry, voce maschile narrante, amico d'infanzia di Erica, romano, che si dibatte per affermare i diritti dei padri separati. Forse sarà questo uno dei motivi della recensione della Bernardini de Pace chissà.

Due vite che parallelamente vivono lo stesso momento, da due prospettive diverse. Due lessici diversi che nello stesso libro segnano distintamente il racconto femminile dal racconto maschile. Come due doppiatori della stessa scena.

La storia d'amore è di quella che ti fa cogliere dettagli, parole e momenti come ne fossi stata tu la protagonista. E in parte ci puo stare. Credo che gran parte delle donne che la leggano, non possano fare altro che pensare di aver incontrato lo stesso "stronzo" almeno una volta nella vita.
Uno di quelli che ti affascina intelletualmente, che si incanta davanti ai tuoi occhi, davanti alle tue affermazioni intelligenti, che coglie ogni sfumatura, che mischia la passione all'intelletto, che ti vuole sua e solo sua ad ogni costo e per tutta la vita, che ti fa sentire unica, anche se lo sai che dura un giorno,che se per un solo istante spegni il cervello abbandonandoti alle sue seducenti lusinghe finisci come Alda Merini a scrivere poesie mentre sei sotto analisi, senza la speranza di diventare mai Alda Merini.

Uno di quelli che dopo mesi di trepidante passione prima, ti Ama alla follia,ti prende le mani ti guarda intensamente negli occhi e ti dice "Tutti mi chiedono come ho fatto a trovare una donna cosi, bella e intelligente, perfetta per me.-- Ecco, ci sono dei versi di un nmio amico poeta che dicono:Ho amato amarti nelle parole degli altri. E cosi io ti amo di persona ma anche di riflesso", insicuro come un bambino che tu possa abbandonarlo, e poi, il giorno dopo spegne la luce e se ne va.
Ed Erica non si capacità di questa Eclissi, fino a quando scopre alcune verità. Quelle omesse quando sei in Luna di Miele. Quelle che ogni volta che te le racconta una tua amica, sorridi sorniona e pensi che è la solita storia. Ma non è mai la solita storia...

Quando arriva una pioggia di cenere arriva anche l'amara rivincita di Erica. E la consapevolezza di essere andata Oltre.

sabato 17 luglio 2010

People From Ibiza...l'Isola Hippy

C'è un'Isola fatta solo per single.. un'isola dove uno splendido tramonto non ha gusto se non hai una coronita in mano, 4 o 5 amici in delirio intorno e la musica che ti pompa adrenalina nelle vene. Un'isola dove il tempo sembra essersi fermato agli anni 80, dove un frame ha i colori di un fotogramma almodavariano, e il senso del peccato è innocente vanità che si consuma in una notte. Ibiza non è un luogo di "perdizione", e nemmeno un posto per soli teenagers che cercano lo sballo. E' l'isola per tutti, per tutti quelli che non ci credono, per tutti quelli che non fa per me, per tutti quelli che io solo Formentera, per tutti quelli che io non amo le discoteche, e per tutti quelli che Formentera ha il mare piu bello... Ibiza ha splendide calette dove la natura e naturisti si riconciliano, il topless è quasi un'istituzione, ed è difficile incontrare qualcuno sopra i 50 ma anche sotto i 18, eccezion fatta per la mia "patata" che a soli 3 anni ha gia battezzato l'isola e alla mia età per la legge del contrappasso probabilmente sceglierà luoghi di meditazione come meta per le sue vacanze... Non ero certo dell'umore adatto per una vacanza da "sballo" quando sono partita, ma Ibiza è una sbronza di vita. Non te ne accorgi e già ti ha catapultata nellle sue notti fatte di sfilate burlesque di animatori dell'Amnesia e del Pacha, feste sulla spiaggia e notti in discoteche dove i ragazzi immagine dopo la palestra passano prima dal costumista, poi fanno un corso di acrobazie circensi, e infine approdano allo Space. E' un duro mestiere ma qualcuno lo deve pur fare come si dice.. La Fabbrica del divertimento ibizenca, sono sicura, tira piu delle fabbriche di Niki.Ma non cercate a tutti i costi il doppio senso...su quest'isola basta lasciarsi contagiare un pò dall'atmosfera che si respira e l'estate è tutta li. Ibiza è l'isola degli hippy, che il sabato organizzano il mercatino hippy-chic de Las Dalias tra Santa Eulalia e Sant Carles, un mercatino pieno di artigianato d'argento, bancarelle vintage, colore, bigiotteria, gioielli e musica etnica. Ibiza non è solo il nome dell'isola, ma è anche il nome di uno dei cinque comuni che la compongono. Eivissa come la chiamano in catalano,o semplicemente Vila come la chiamano gli abitanti dell'isola è il centro storico di tutta l'isola. Dalt Vila è infatti la città alta, considerata patrimonio Unesco è la sintesi di tutte le dominazioni che l'hanno attraversata nei secoli, dai cartaginesi ai romani, dai musulmani fino ai catalani che l'hanno conquistata e mantenuta. Il cuore dell'isola merita una passeggiata in pieno giorno, quando il popolo della notte dorme e passeggiare tra i vicoli bianchi del centro storico, perdendosi nei suoi chiccosissimi negozietti ti fa godere della sua luce e della sua vera bellezza. La mattina Eivissa è ancora piu bella che di notte.. Ecco la sbronza,ecco la perdizione, ecco come Ibiza ti prende,senza chissà quali effetti speciali... pochi giorni lì e andando in aereoporto avevamo già nostalgia di lei...

giovedì 24 giugno 2010

Muoino le indagini. Intervista a Luca Palamara

INTERVISTA. Luca Palamara, presidente dell’Anm: «Il ddl sulle intercettazioni renderà più difficile la lotta al crimine. Chi indaga lo farà con strumenti spuntati. E la burocrazia farà saltare gli uffici giudiziari».

Cronaca di un ddl nato sotto un governo di sinistra, dal Ministro più di Grazia che di Giustizia Clemente Mastella. Un Disegno di Legge, più volte manipolato durante il suo iter burocratico e legislativo che dalla commissione giustizia, alla camera e ritorno lo ha reso forse più accettabile o più indecente, dipende dai punti di vista. E mentre infuriano le polemiche e le dissertazioni in merito, c’è chi come Di Pietro lo definisce «immondo incostituzionale immorale e inemendabile» e chi come Casini invece non lo disdegna, in fondo «Siamo tutti spiati, io sicuramente si, lei non so, gli italiani un po’ meno». In questa bagarre di detrattori e sostenitori abbiamo chiesto lumi al presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara, sugli effetti irreversibili che il ddl produrrà sul sistema giudiziario italiano.

Dopo il voto alla Camera sulla Legge Bavaglio, come cambierà il sistema giudiziario italiano e come si continuerà a svolgere le inchieste giudiziarie?

La legge renderà più difficile la lotta al crimine da parte delle forze dell’ordine e della magistratura inquirente, che vedranno gravemente indebolita l’efficacia della loro azione, con ricadute sulla sicurezza dei cittadini. Fondamentali attività d’indagine verranno precluse dalla riforma. Ad esempio, non sarà più possibile estrarre i dati del traffico telefonico transitato su una cabina pubblica; accertamento che ha permesso, attraverso l’incrocio con le schede telefoniche usate, di individuare gli autori dell’omicidio D’Antona. Non si potranno più intercettare le utenze della vittima del reato, dei suoi familiari o dei familiari dell’indagato per acquisire elementi di prova, se non si può sostenere che costoro siano a conoscenza dei fatti. Così, in un sequestro di persona le utenze dei familiari della vittima, estremamente utili perché possono essere destinatarie di minacce o richieste di denaro, non potranno essere intercettate in mancanza di elementi che provino tale conoscenza dei fatti. E ancora, con la riforma non sarà più possibile effettuare le intercettazioni nei luoghi “privati”(ad esempio, autovetture), a meno che non si dimostri che lì stia avvenendo un reato. Gli uffici giudiziari verranno travolti, inoltre, da adempimenti burocratici che renderanno oggettivamente impossibile il funzionamento del sistema. Nel testo approvato dal Senato l’autorizzazione alle operazioni di intercettazione e all’acquisizione dei tabulati del traffico telefonico è attribuita alla competenza del tribunale del capoluogo del distretto in composizione collegiale. Per ogni utenza telefonica da intercettare e per ogni tabulato da acquisire il pubblico ministero dovrà trasmettere l’intero fascicolo al tribunale. Per proseguire le attività di intercettazione oltre il 75° giorno e sin dall’inizio per le intercettazioni ambientali la trasmissione degli atti dovrà avvenire di tre giorni in tre giorni. E’ assurdo pensare che ogni tre giorni, anche il sabato e la domenica, centinaia di faldoni debbano viaggiare da e per il capoluogo del distretto.

Così facendo si rischia di mettere la giustizia al cappio di pentiti, confidenti e confessori?

La nuova normativa creerà serie difficoltà nello svolgimento delle indagini soprattutto in contesti omertosi; penso a regioni come la Calabria, dominata dalla ‘ndrangheta, dove spesso la gente non è disposta a collaborare e dove, quindi, le intercettazioni diventano uno strumento fondamentale per individuare i responsabili di gravi reati.

A 30 anni di distanza dalla nascita del pool antimafia questa legge metterà in crisi il metodo Falcone? Le intercettazioni saranno possibili per quali reati e quali gravi reati rimarranno esclusi?

La legge del ’91 aveva reso più facile il ricorso alle intercettazioni telefoniche e ambientali per tutti i delitti di criminalità organizzata: non solo quelli di mafia, ma anche quelli commessi da delinquenti organizzati. Grazie alla previsione che richiedeva per intercettare sufficienti indizi di reato e alla possibilità di effettuare le ambientali anche in luoghi diversi da quelli in cui si stava svolgendo l’attività criminosa, si sono raggiunti risultati eccezionali nel contrasto a organizzazioni criminali dedite ai più svariati delitti. Il testo del Senato abroga l’articolo 13 di questa legge salvando il regime agevolato delle intercettazioni soltanto per la mafia, e sferrando così un duro colpo, per esempio, alle indagini sui colletti bianchi che mettono in piedi sistemi corruttivi perché saranno frenate dal limite dei gravi indizi e da quello temporale dei 75 giorni, eccezionalmente prorogabili di tre in tre.

Esiste un problema di privacy in Italia?

E’ una vulgata l’affermazione secondo cui siamo tutti spiati e gli stessi numeri forniti dal ministero della Giustizia dimostrano il contrario. Il vero problema che il ddl non risolve è quello di individuare un argine alla diffusione del materiale irrilevante che si sarebbe potuto realizzare, come l’Anm ha più volte indicato, con la previsione di un’udienza filtro; un’udienza anticipata nella quale si seleziona il materiale emerso dalle intercettazioni e si provvede alla distruzione immediata di quello che non ha rilevanza penale.

Cosa pensa dei magistrati in politica?

Il diritto di candidarsi deve essere riconosciuto a tutti, ma ritengo che non possa più indossare la toga un magistrato che dopo essere sceso in campo smette di fare politica. E’ necessario fissare regole rigorose finalizzate a evitare commistioni improprie tra la funzione giudiziaria e l’impegno politico. In particolare, l’Anm reputa non opportuno che un magistrato possa partecipare alle elezioni ovvero possa assumere incarichi di governo in amministrazioni locali in luoghi nei quali ha esercitato la funzione.


venerdì 11 giugno 2010

La Sinistra italiana ha il dono dell'ubiquità


9 Giugno 2010, al Senato passa con il voto di fiducia il disegno di legge sulle intercettazioni, Ddl BAVAGLIO rimandato in commissione giustizia gia una volta e ritornato indietro peggio di prima.Ma lo spettacolo migliore lo da la sinistra.Qualche giorno fa in previsione del voto al Senato sul ddl sulle intercettazioni, l'on. Finocchiaro insieme a qualche suo ex compagno di regime (suppongo) propongono di occupare l'aula in segno di protesta, qualcuno risponde che suvvia è un tantino esagerato! Se occupiamo l'aula per il disegno di legge sulle intercettazioni poi per la finanziaria cosa facciamo ci sdraiamo per terra?!..eh no non si può, un pò di decoro sù.Arriva il giorno del voto, e Di Pietro ruba l'idea all'anima ribelle del PD. Occupa l'aula anche di notte fino a che Schifani(detto ex-riportino) non li fa sgomberare con la forza, per riammetterli solo al momento del voto.Nel frattempo la sinistra extraparlamentare si organizza per far sentire la sua voce. I Verdi organizzano un sit-in davanti a Montecitorio alle 15.00 del pomeriggio, il Ddl è appena stato approvato al Senato con 164 voti a favore e 25 contrari, il PD per protesta ha abbandonato l'aula, mentre la maggioranza con le mani sul pianoforte fischiettava meno male che Silvio c'è.Mentre i Verdi protestavano megafono in mano, 35 gradi all'ombra, e maxi bavaglio esposto, alcuni onorevoli del PD che passavano di li proseguivano come pellegrini in trance verso la Mecca.La Mecca era la manifestazione organizzata da Sinistra Ecologia e Libertà a piazza del Pantheon. Dove i reduci della sinistra all'opposizione della sinistra avevano organizzato come nelle migliori tradizioni popolari, una bella chiamata alle armi, stile andiam combattiam e vinciam tutti insieme trallallero e trallallà. Proprio una bella e colorata manifestazione di popolo. Di quelle in cui ti fai un bagno di folla felice in attesa del messia, con le bandiere rosse che ti accarezzano il viso ( e tu che gliele strapperesti)mentre dal palco sparano musica notoriamente di "sinistra"(meno male che non suonano piu La Canzone Popolare di Fossati e La Storia siamo Noi di De Gregori).Anzi, vi dirò, stavolta canticchiavo, mentre mi guardavo intorno, Occhi da Orientale di Daniele Silvestri e pensavo:ah però questa è figa come canzone da sparare davanti ad una folla innamorata del suo mitico Niki!E cosi mentre attendevamo che arrivasse la celebrity, mi guardavo attorno e cominciavano ad apparire ad uno ad uno le vecchie glorie comuniste, i baluardi di quella sinistra ex-filosovietica che ancora rivendica la primavera di PragaFabio Mussi, Franco Giordano, compagne e compagni, Gennaro Migliore, Claudio Fava, Francesco Forgione,Paolo Cento, manca Wladimir Luxuria, non si vede il maitre a penser Fausto Bertinotti, ma spicca Paola Concia onorevole del PD molto vicina a Niki Vendola.Tutti che si salutano affettuosamente fra di loro, come quando ci si ritrova tra vecchi compagni di scuola. Qualcuno stringe mani, altri dispensano sorrisi, e molti di loro cominciano ad annusare come zanzare chiunque avesse in mano in ordine di sequenza una telecamera, un microfono o anche solo una penna.Ma niente, la stampa e i giovani cronisti presenti indugiavano nell'attesa del messia..ma le vecchie glorie resistevano con la convinzione che si leggeva nei loro sguardi che una breve intervista anche a loro non potevano non chiederla!Dopotutto fino a ieri erano tutte celebrità.Io non so perchè, ma respiravo che il divismo nella frangie di sinistra fa piu danni che la pedo-pornografia che aleggia nei salotti del potere di destra.E' un'infezione da cui non si guarisce, e quando scorgi un cronista davanti a te ti prende un attacco di astinenza...e diventi una zanzara. Arriva Niki, e loro si dileguano, la festa è finita ritornano ad essere entità dal pallore lunatico. La folla si concentra sul palco, e niki parte ricordando l'ennesima morte bianca sul lavoro, definisce Temonti un virtuoso dell'esoterismo commercialistico, ricorda Berlinguer, Oliver Twist, Hugo..e comincia la sonata doremifasollasì che ha i suoi picchi nelle classiche volate da comizio dove la folla qualunque cosa tu dica acclama e applaude, perche se alzi il tono e t'incazzi stai dicendo qualcosa di importante per l'umanità.Io nel frattenpo scambio due chiacchere con un onorevole del PD, alla quale chiedo ma secondo lei perche la Sinistra riempie le piazze e non le urne? Risposta:eeehh boh!E secondo lei la sinistra soffre ancora di un certo divismo politico? Risposta: eeehh si ancora si.E perche il PD in parlamento non ha gridato allo scandalo quando un gruppetto di senatori capeggiati da Gasparri ha tentato di far passare in sordina, nello stesso ddl sulle intercettazioni, un emendamento che introduceva una modifica alla legge sulla pedofilia, introducendo il concetto di reato di LIEVE ENTITA' che discrezionalmente poteva essere accertato dall'agente di polizia che coglieva il pedofilo in flagranza di reato?...Risposta: eh beh si quello si è vero, ma cose da pazzi, ma meno male che non è passato, ma io non capisco perche la sinistra non è unitaria. Non si lavora insieme, non c'è unità, c'è un cancro questo è un cancro per la sinistra, la frammentazione le divisioni... e bla bla bla.Dopo un po me ne sono andata, lasciando Niki che parlava, ma non era ancora finita la via crucis:alle ore 21.00 il popolo viola manifestava davanti a p.montecitorio..mentre alcuni picchettavano davanti a palazzo grazioli "La Costituzione non si tocca la difenderemo con la lotta".Ma non chiamatela frammentazione è solo una disperata voglia di ubiquità.

venerdì 4 giugno 2010

Sex and the City II...vi prego ridatemi la vecchia serie!!!

Lo devo proprio ammettere. Sono rimasta delusa. Anzi no, non mi è piaciuto! Le nostre splendide 50enni (oramai) che incarnano uno stereotipo per tutti i gusti francamente stavolta sembravano un po burlesque! Si, uccidetemi, deploratemi e lapidatemi per questo oltraggio se volete, ma è cosi. Intanto:questo perfetto matrimonio tra Carry e Mr.Big che per accontentarsi hanno ceduto l'attico per un appartamento 12 piani più giù è stucchevole. Una vita di coppia da noiosi battutisti impomatati, che si annoiano a guardare i film in bianco e nero alla tv mentre dall'altra parte della parete Samantha in menopausa cavalca facedo tremare i muri. Un copione da melodramma. Gli abiti stavolta..permettetemi non hanno nulla di scioccante, eccetto la scena iniziale che per sobrietà e gusto è la più elegante. Ah e poi la scena in cui Carry passeggia sulla spiaggia insieme al suo maggiordomo. Stop. Il resto è prevalentemente fuori luogo. Fuori luogo i loro abiti nel deserto, un pot pourrì di colori sgargianti che francamente guastava l'incanto dei colori naturali di quelle splendide dune del deserto. Aiden ha il suo fascino ed è innegabile, tutti vorremmo un Aiden, secondo me, mille volte di più dell'impomatato Mr. Big!..ci metto una mano sul fuoco. Ma era forse più affascinante quando con il cuore spezzato e lo sguardo da uomo che non deve chiedere mai girava i tacchi mentre tutte ci saremmo prostrate ai suoi piedi per chiedere perdono!?...Secondo me si. Perchè l'incontro in quel Suk è stato come la scena a fermo immagine di un videoclip di Shakira, con il vento che ti soffia via le extencion se muovi un tantino il collo. E quel bacio dopo la loro cena...nooo non doveva avvenire!!!doveva essere lasciato al vento del desiderio come una rosa nel deserto appunto. E invece no, gli sceneggiatori stavolta si sono ispirati a Barby e Big Jim. Non è possibile. Le ragazze stanno perdendo colpi, e le due mamme sono disperate appresso ai figli capricciosi consolati da una tata (anch'essa) scontatamente troppo tettuta!!..Un clichè. Tutto un clichè. Ciliegina sulla torta, le emirate arabe che sotto il burqa sono vestite Vouitton..maddechè! E John che torna a casa tardi, perche Carry gli aveva confessato il bacio a mezzanotte nel deserto con Aiden, quando nemmeno l'aveva sfiorato che era fuggita sulla carrozza come nemmeno Biancaneve. John torna tardi sì, ma le porta una "promessa": un dimante nero da 50 carati!per farsi perdonare di essere stato appena appena tradito!!?...E ci stava proprio tutta la tarantella di pulcinella che chiosava su questa malfatta e ridicola scena d'amore, dove il romanticismo profumava come una rosa appasita 100 anni fa, e se lui le avesse dato uno schiaffo per poi tirarla a se e baciarla, forse il finale avrebbe recuperato un pò di SCINTILLIO appunto...

giovedì 20 maggio 2010

La città che verrà. Intervista a Massimiliano Fuksas


L'EUR è un quartiere di Roma sud, che negli anni 30, era stato progettato per un evento l'Esposizione Universale di Roma, mai svoltasi. Successivamente lo sviluppo urbanistico del quartiere è stato caratterizzato da una forte impronta razionalista. Il complesso era stato originariamente voluto da Mussolini per festeggiare un anniversario propriamente fascista,i 20 anni dalla Marcia su Roma e sarebbe dovuto diventare il nuovo centro di Roma, la città che si sviluppava verso il mare, sede delle "Olimpiadi della Civiltà".Ultimamente sembra si vada affermando l'idea dell’EUR come sito ideale per una sorta di esposizione permanente all’aperto di arte e design contemporaneo. Poco prima della fine del 2009, infatti, sull'aiuola dell'obelisco di p. Marconi,è stata posizionata l’opera d’arte “Awakening” che vuol dire “risveglio” di Seward Jhonson scultore degli anni 30, opera di mastodontiche dimensioni, quasi disneylandiane.E solo la scorsa settimana sempre all'Eur si è tenuta l'inaugurazione dei lavori che vedranno sorgere due nuovi progetti architettonici a firma di due grandi nomi italiani di fama internazionale, Renzo Piano e Massimiliano Fuksas. Abbiamo chiesto al noto architetto romano Massimiliano Fuksas come nasce l’idea di un progetto avveniristico come la Nuvola, in una città come Roma da sempre poco incline all’evoluzioni architettoniche contemporane?:Fuksas: E’ un progetto nato durante l’amministrazione Rutelli, fui dichiarato vincitore della seconda fase del concorso nel 2000, e allora ero direttore della biennale di Venezia. L’idea nasce con una concezione urbanistica simile a quella dell’asse progettato da Piacentini. Io ho scelto lo stesso tipo di orientamento del palazzo dei congressi di Libera e mi sono assestato sulla stessa logica che vede la Cristoforo Colombo come asse, e le strade trasversali come spine, perciò questo dal punto di vista urbanistico.Dal punto di vista architettonico è un progetto che ha una geometria che rispecchia il razionalismo o il movimento moderno romano, con la teca che è un grande parallelepipedo di vetro e acciaio che all’interno conserva l’altra anima romana rappresentata dalla città barocca. La nuvola infatti è a geometria variabile ed è antitetica alla teca che la contiene.Lei ha partecipato al convegno sullo sviluppo urbanistico della capitale che si è tenuto poche settimane fa all’Auditorium Parco della Musica di Roma, qual è la sua visione in relazione allo sviluppo di questa città e cosa eliminerebbe radicalmente?: Fuksas: Io intanto eliminerei tutto l’asse costruito dalla Magliana a Fiumicino, che culmina con l’albergo Marriott che è un mostro. Come anche il Parco Leonardo che sono montagne distensive stile anni 70 costruite sull’agro romano, su un asse che a malapena riesce a contenere il flusso di traffico che va all’aereoporto. Altra idea poco geniale secondo me è stata fare il Comune di Fiumicino, poiché Comuni cosi piccoli sono sicuramente più deboli e vulnerabili di quelli di una grande città.Penso piuttosto che adesso bisognerebbe reintegrare la cosiddetta periferia nell’area strettamente urbana della città. Occorre ridare senso a quello che fin’ora senso non ha avuto, come il quartiere di Tor Bella Monaca ad esempio, e anche tutta l’area nord di Roma in cui si continua a costruire incessantemente. Sono estremamente conservatore per quanto riguarda il centro storico di Roma, e la mia visione relativa allo sviluppo del sistema dei trasporti urbano è legata allo sviluppo di una rete che non colleghi necessariamente il centro con la periferia ma piuttosto anche periferia con periferia, in una visone anulare dei collegamenti tra quartieri periferici.
Manuela Caserta Pubblicata sul quotidiano Terra del 19 Maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

Ci sono volte che...

Ci sono volte che mentre cammini per strada guardi le facce della gente che ti passa accanto e percepisci i loro pensieri... Volte che se ti guardi allo specchio a parte quel brufolo maledetto o due sopracciglia selvagge assolutamente da sfoltire, vedi uno sguardo stanco...che nemmeno una lampada ai Caraibi ti leva via di dosso. Volte in cui pensi "adesso mollo tutto e parto!", stanca di faticare per ogni cosa, anche per ciò che dovresti vivere in modo naturale, disteso...spontaneo e salutare come una giornata al mare, e invece. Volte che ogni tuo passaggio in cucina diventa una sfida con te stessa perche sai che c'è quel barattolo di Nutella lì dentro quella dispensa che scalpita come una Sirena...e tu ripeti a te stessa Non Aprire quella Porta!!!...Ma alla fine cedi come una tossica in crisi d'astinenza...e che goduriaa affondare il cucchiaino!machissenefrega ma va cagher a tout le monde! Il giorno dopo però t'infili sotto la doccia come una sonnanbula tastando i muri per non aprire gli occhi sulla bilancia. Arriva la Fase 2, quella in cui esci ti vesti figa o quanto meno ci provi, dopo circa duecento prove, cambi e scambi, tacco o ballerina, bon ton o bella e dannata, stile teenageer o sex and the city, dopo quasi tre ore e trecento imprecazioni allo specchio sei pronta e finalmente esci. Chissà perche in queste fasi, io ho sempre una quantità di tabacco inesauribile con me:sigarelli aromatizzati al cognac, anche una pipa ultimamente (gradito regalo di amici bohemien o pippaioli se vi va). Si, perche ingoiare un po di "veleno" per poi sputarlo fuori è catartico. E poi ci sono Volte che invece ti fermi a bere il tuo caffè lentamente..sbirci fuori dalla finestra e c'è un Sole splendente,passi davanti allo specchio...e pensi..ma quanto sono figa! In mezz'ora hai gia fatto il migliore restauro della tua vita! Che nemmeno la Santanchè ti vede...E bella profumata e spumeggiante con un'onda che arriva all'improvviso, hai gia il Sole in faccia e una fila di "p'andà" sotto casa calde e pronte da spedire express, e..in un attimo nemmeno te ne accorgi che ti spuntano le ali e sei volata via.
Dedicata alle mie "P'andà Girls".

lunedì 12 aprile 2010

"Libero Stato in Libera Chiesa"

'Libero Stato in Libera Chiesa', fu l'appello che Camillo Benso di Cavour rivolgeva al pontefice invitandolo a ratificare il Concordato tra Stato e Chiesa che avrebbe sancito la netta separazione tra potere temporale e potere spirituale. Era il 1914.Oggi la Chiesa ha nel suo armadio una quantità infinita di scheletri, e i casi di pedofilia non si contano piu sulle dita di una mano.Eppure la Chiesa ancora oggi, nonostante le orrendità di cui molti suoi ministri di culto si sono macchiati, riesce a condizionare l'opinione e il voto politico dei cattolici piu della fame stessa.L'integralismo di Papa Ratzinger ha trasformato la Chiesa in una fortezza imperturbabile,un ritorno al passato, un tuffo nell'oscurantismo medioevale che fa invidia al potere mediatico del Cavaliere che probabilmente ne trae fonte d'ispirazione,una eterna crociata contro ogni attacco esterno. Chiusura non confronto, protezionismo non integrazione, menzogna e omissioni piuttosto che oltraggio pubblico.Si nega la comunione ai separati, si taccia l'omosessualità, si condanna l'uso dei preservativi anche a rischio di malattie mortali, si invoca la condanna e il veto contro l'aborto, si proibisce moralmente la ricerca scientifica sulle cellule staminali. Inutile o sempre utile, resuscitare il buon vecchio Marx..ma è proprio vero, la religione, intesa come dogma, e davvero l'oppio dei popoli. La religone, non solo quella cattolica,è soprattutto un sentimento, è uno stato d'animo, è fede consapevole, che solo chi è veramente libero dentro e scevro da moralismi insulsi sa preservare dentro di sè,elevandosi. E questo a prescindere dalla condotta di una chiesa, che non può più rappresentare la comunità cristiana. Perchè la comunità cristiana dovrebbe sentirsi indegnamente rappresentata da questa Chiesa.E se davvero la Chiesa volesse condizionare il voto dei suoi cattolici, allora dovrebbe consentire che il Papa e i suoi ministri venissero eletti dalla comunità dei cristiani, e non solo dalle fazioni interne espressione dell' Opus Dei, Comunione e Liberazione, Focolarini e quant'altro.Una Chiesa aperta al mondo e alla vita, cosi come professa, dovrebbe avere il coraggio di misurarsi con i suoi fedeli.E invece no, invece ancora ha il potere di essere l'ago della bilancia ad ogni campagna elettorale, basta un diktat per spostare consensi, anche contro ogni ricerca scientifica, anche contro la vita stessa.E questa massa bianca di cattolici votanti che non sta nè a destra e nè a sinistra, che segue i diktat, che obbedisce e si allinea agli strali lanciati dal Vaticano contro i 'nemici' della Chiesa, che sta nel girone degli 'ignavi' cosi come Dante li definirebbe, quelli che il vento li sposta un pò piu in qua o un po piu in là...vorrei sapere cosa pensano della pedofilia dilangante nella loro Chiesa, e se questo non li turba quando accompagnano i propri figli alle lezioni di catechesi?...Cosa pensano quando la cronaca nera tira fuori il cadavere ed i resti di una giovane donna scomparsa e assassinata(Elisabetta Claps) volutamente dimenticati nelle segrete di una chiesa di provincia, con la consapevolezza del parroco??Cosa li scandalizza di piu nella loro mente, l'introduzione della RU486 nei prontuari ospedalieri regionali, come forma di interruzione di gravidanza alternativa all'intervento chirurgico invasivo,o la mancata epurazione condanna e persecuzione morale di tutti quei sacerdoti che hanno anche solo sfiorato con un dito delle creature innocenti molestandole e abusandone?!..... La RU486 legamente distribuita dall'1 aprile anche in Italia, non è una pillola che basta richiedere come un farmaco base per poterla assumere. Và prescritta,e segue dettagliatamente la prassi prevista dalla legge 194, che non è una legge che legalizza l'aborto 'selvaggio', come comunemente si può pensare. Ma consente ll'interruzione di gravidanza sempre e solo in determinate circostanze che sono tutte legate alle condizioni di salute e sociali della donna.La RU486 è soltanto un metodo alternativo all'operazione chirurgica per l' interruzione di gravidanza.Meno invasivo perchè non comprende il bistruri. Ma và assunta entro e non oltre il 35 giorno dalla fecondazione e sotto ricovero clinico di 3 giorni. Secondo quanto prescritto dalle linee guida del Ministero della Salute e dall'Aifa.Per essere prescritta necessita di essere inserita nei prontuari regionali, e ogni regione può decidere anche di esercitare bieco ostruzionismo qualora volesse perseguire falsi moralismi. Lasciandola marcire nei propri depositi, o semplicemente adducendo pretestuose ristrettezze economiche.Cota in Piemonte si è già schierato contro, e la Polverini nel Lazio che si prepara ad avere una giunta probabilmente composta solo da uomini, ha più volte strizzato l'occhio ai diktat della Chiesa durante la sua campagna elettorale.E questi sono i risultati.E a proposito di oscurantismo,ancora oggi, un certo monsignor Babini vescovo emerito di Grosseto,inveiva dalle pagine web di un blog cattolico, adducendo una sorta di complotto sionista ai danni della Chiesa, a proposito dello scandalo pedofili. Ma non è tutto, alla domanda dell'intervistatore che provocatoriamente insinuava la presenza della lobby Gay dietro i presunti attacchi alla Chiesa,Babini caduto nella provocazione rispondeva :"Non lo dubito, anche loro se possono tirano sulla Chiesa. Bisogna trattare coloro che solo hanno tendenze omosessuali con delicatezza e senza infierire, con misericordia. Ma accettino serenamente la loro croce e la malattia con santa rassegnazione. Altri invece praticano la omosessualità e persino se ne vantano. A loro dico che persino gli animali rispettano l'ordine della natura e loro no, da questo punto di vista meglio la regolarità degli animali".
Decisamente inquietante direi.

venerdì 19 marzo 2010

Vite Parallele di Elsa Morante 1 Maggio 1945

Il capo del governo si è macchiato ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo ha tollerato e addirittura applaudito questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si è resa naturalmente conto delle sue attività criminali, ma ha preferito dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente a causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano. Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padrea dia famiglia a ma con numerose amanti, si a serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimoa abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."
Elsa Morante 1 Maggio 1945

ripubblicato da 'Il Fatto Quotidiano'

martedì 9 marzo 2010

Istanbul tra Oriente e Nuova Europa... Nuovo Giro di Boa

Quando Istanbul ha cominciato a insinuarsi nei miei pensieri, stavo passeggiando per le strade del centro di Bologna insieme a Virginia, circa tre anni fa. Tra una chiacchera e una vetrina ci eravamo fermate a leggere un'offerta fuori da un'agenzia di viaggi,che parlava di Istanbul..una buona offerta, talmente buona che solo averla letta per caso e fugacemente durante una passeggiata, ci era sembrata un'occasione persa, un'occasione mancata. Da quel momento,ogni volta che immaginavo un viaggio, mi tornava in mente la Turchia, ma prima veniva sempre qualche altra capitale europea e chissà perchè... Sono convinta che i viaggi come le persone a volte vengano a cercarti da soli, quando arriva il momento. E che improvvisamente, quando meno te l'aspetti si palesa l'occasione giusta per fare il biglietto e partire, come una combinazione magica di eventi che invece quando cerchi in tutti i modi di realizzare non ce la fai mai. Istanbul ha fatto un passo alla volta nei miei desideri, rivelandosi ogni volta. Cosi come quando lessi la prima poesia di Nazim Hikmet, che nemmeno conoscevo come poeta. O quando rapita da Ozpetek ascoltavo Yasmine Sannino, in quell'eco ipnotizzante di melodie orientali che mi evocava un posto dalle Mille e una Notte. Ecco, ero appena tornata da uno dei viaggi della mia vita, uno di quelli tanto agognati, N.Y. L'impero dell'Occidente. Non ero ancora proiettata verso la prossima meta anche se già la immaginavo, e nemmeno a farlo apposta proprio la sera prima, avevo portato a Fuvlia il mio regalo di compleanno, un libro di poesie di Nazim Hikmet. Avevamo chiaccherato una serata intera di N.Y. e avevamo concluso parlando del libro, di Istanbul di un'altra città che desideravo vedere.Il giorno dopo, mentre stavo per chiudere il pc arriva una newsletter di una compagnia aerea con cui viaggio spesso, e solo a leggerne l'oggetto con il banner che lampeggiava sul mio desk mi si erano già illuminati gli occhi. Eccola Istanbul..stava venendo a me. Non ho resistito, ho chiamato Fulvia e ci siamo organizzate, dopo qalche giorno in questo viaggio eravamo in 12. Nemmeno il tempo di pensarlo. E io non stavo nella pelle, il giorno dopo del mio compeanno sarei partita, io le mie piu care amiche, il mio amico e socio fumettista e i pensieri pieni del vissuto intenso e soprendente delle ultime 48 ore. Su quell'aereo sembravamo una scolaresca in gita, la tipica cricca scalmanata che si siede agli ultimi posti dell'autobus per mettersi a fare danni liberamente, solo che noi eravamo su un aereo. L'adrenalina nell'aria era palpabile e profumata. Al nostro arrivo Istanbul non era assolata, e la prima immagine che ci portiamo dietro, è quella di noi sul pulmino che ci porta all'hotel in mezzo al traffico allucinante di una capitale tendenzialmente moderna ma non del tutto. I venditori di banane tra le macchine in fila per esempio..non si sono ancora evoluti vendendo i cd. Arriviamo scorgendo dal ponte di Galata il tramonto che cala sul bosforo, nelle prime ore della sera il richiamo del muezzin rimane un eco mistico ed evocativo che suona come una poesia di sottofondo tra i rumori dei clacson e della città. La prima sera seguo l'onda, un venerdi sera pieno di gente in giro. Mi colpisce che per le strade della città vecchia in un quartiere riqualificato, alcuni palazzi siano stati interamente adibiti a locali da intrattenimento. Tu entri nel portone e per ogni pianerottolo che sali c'è una sorta di open space con un locale diverso ad ogni piano. Questo è figo non c'è che dire. Cammini per strada e vedi gente che cena, chiacchera ride e balla sui balconi dei palazzi, poi entri dentro e ti sembra di stare in un grande centro sociale occupato. Istanbul è una città molto viva. Il giorno dopo arriviamo al Gran Bazar, eccola l'anima di Istanbul, in quel tripudio di colori, spezie, infusi, frutta secca, pesce, tappeti, argento, pelle e caffè venduto sfuso. Qui ci perdiamo, ciascuno rapito dalla sua curiosità. Io Gaia e Fulvia dopo un pò c'infiliamo in una moschea, mi levo le scarpe, ci copriamo i capelli ed entriamo in punta di piedi in questo meraviglioso luogo di preghiera. In cui ci sembra quasi di profanare il silenzio con il nostro stupore. Inutile dire che l' antica cisterna romana è stata, fra tutti i luoghi storici che ho visitato quello che mi ha regalato mistero e fascino. Un'opera del 500 d.C. scoperta solamente intorno al 1.800 che lascia senza parole come un incanto. Tappa obbligata dopo una giornata fredda e umida passata a visitare musei moschee e Topkapi è un sano lungo e rilassante Hammam. Cagaloglu Hamami, il piu antico della città. Quando usciamo fuori dagli spogliatoi con indosso il nostro striminzito pareo e bikini(nonostante ci fosse stato detto di uscire nude!) io le mie amichette ci infiliamo nel tepore dell'hammam quasi imbarazzate, ma appena cominciamo a rilassarci dmentichiamo le nostre nudità e ritorniamo bambine che giocano e donne che si confidano,in questo spazio tutto di genere femminile ci si sente protette, chiudere gli occhi e abbandonarsi ad un massaggio rilassante è un attimo di vero godimento... Ma la gloriosa Costantinopoli sta lasciando il posto alla nuova Europa, per le strade accanto ai chioschetti che vendono succo di melagrana e arancia rossa ad una lira, ci trovi inevitabilmente anche Sturbucks. Istanbul insegue l'occidente, a volte però, prendendo solo il peggio di ciò che abbiamo... Istanbul ha l'anima di una vecchia e sontuosa ancella del Sultano, crocevia di culture e religioni, una'odalisca stanca delle sue spezie e delle sue sete cangianti ... che cerca di comprarsi un'anima nuova da un occidente gia vecchio. Lascia una scia sottile questa nuova Istanbul..come uno sogno breve di cui ricordi poco...un profumo nella tua memoria che svanisce appena ti distrai.

martedì 19 gennaio 2010

Una volta di più a Parìs...

Ecco Parigi una volta di piu.. un viaggio inatteso in una città che forse in controtendenza con mezzo mondo non ho mai amato. Ma questa volta l'ho riscoperta da la Ile de S.Louis, nel cuore della città vecchia...e li Parigi mi si è rivelata, raccontandomi un pò piu di sè. Parigi per me è sempre stata una donna bella e triste, una aristocratica decaduta con la nostalgia dei lustri andati, la sua Senna scivola grigia e placida lungo la città, il sole illumina di passaggio le sue vanità, il suo è il colore livido delle aurore invernali, il freddo è il suo profumo, ti stringe dentro il tuo paltò mentre cammini tra le pieghe delle sue mani. Ti ho riscoperta mentre riluttante,cercavo conferma del mio mancato incanto, ti ho scrutata, osservata e fotografata un passo dietro l'altro, mentre incrociavo gli sguardi dei tuoi parigini sempre un pò "invisibili", passanti e comparse senza colore di questa Parigi un pò schiva e un po snob. Approdo a Parigi che è gia sera, e quando esco dalla metro mi si apre lo scenario, Place du Chatelet scatta il primo frame. Il freddo m'investe, cammino lungo il ponte passando tra i chioschetti dei rigattieri di libri vecchi, cercanco di seguire la mappa della mia moleskine parigina. Ecco l'isola la Ile de la Citè, ancora un'isola dentro una città..fino a raggiungere la Ile de S.Louise. Attraverso il ponte trascinando la mia valigia e mi sorride un clochard che sta allestendo il suo teatrino, anche la musica è da bohemmienne, si Parìs fammi sentire la tua chanson cantami un pò il tuo Rugantino. E' notte e di notte le città che hanno fascino ti seducono sempre un pò, tra le vecchie strade di S.Louis mi lascio rapire dall'immaginazione, c'è poca gente, mi gusto i suoi vicoli, le sue botteghe tipiche, la drogheria del fois gras, il fornaio con le baguette e i croissant, la chocolaterie, la Fromagerie,i negozietti vintage e come in un film muto passeggio e osservo la gente che cena dentro le bressarie. Ceno a fromage e bordeoux, un clichè irrinunciabile con crepes al cioccolato inclusa. E dopo mi godo il mio sigaro davanti alla Senna che scorre...e sorrido quando ingoi il fumo del tuo primo sigaro che ti fà tossire... Va bene Parìs..per questa notte hai vinto tu,questo odioso freddo addosso, le tue luci che brillano da lontano,la tua Senna che scorre lenta,i tuoi clochard un pò chansonnier e un pò rivoluzionari..hanno sedotto anche me...solo per un istante solo per una notte e soltanto una volta.

lunedì 11 gennaio 2010

L'esercito degli invisibili

Gia nel mese di maggio 2009 i Carabineri del comando provinciale di Reggio Calabria erano riusciti a sgominare un'organizzazione criminale rosarnese dedita alla tratta degli schiavi, arrestando tre imprenditori agricoli che in concorso con due cittadini dell'Europa dell'Est, avevano messo in piedi una organizzazione che riduceva in schiavitù gli immigrati extracomunitari, quasi sempre di orgine africana, impiegandoli nella campagna di raccolta degli agrumi,inducendoli alla prostituzione, sfruttandoli, e favorendo l'immigrazione clandestina. Le indagini avevano portato alla luce le condizioni di miseria e precarietà in cui vivevano gran parte di questi extracomunitari, molti dei quali senza permesso di soggiorno, costretti a trovare rifugio nella prima baracca persa nella campagna rosarnese, o in capannoni in disuso dove dormivano su giacigli improvvisati, in mezzo alla sporcizia, senza servizi igienici, dove i bidoni per la raccolta delle arance venivano trasformati in vasche per raccogliere l'acqua piovana per lavarsi.Dove ogni etnia di provenienza formava gruppo a se, gli ivoriani con gli ivoriani, i senegalesi con i senegalesi,il ghetto nel ghetto, la differenza nella differenza.Ogni mattina prima dell'alba li vedevi camminare lungo il margine della strada provinciale del paese, in fila l'uno dietro l'altro diretti verso il punto di ritrovo dove sarebbe passato il caporale di turno per caricarli e portarli nei campi.Circa 25/28 euro era il salario per una giornata di 12 ore di lavoro, 5 dei quali trattenuti alla fonte dagli sfruttatori. Salario che probabilmente non veniva nemmeno corrisposto regolarmente. I loro documenti venivano trattenuti come mezzo di ricatto, bastava minacciarli di essere denunciati come clandestini per tenerli sotto vessazione.E poi seguivano le aggressioni, di notte ragazzacci in moto affiancavano il ribelle di turno che tornava a casa a piedi,dopo una giornata sui campi, e lo prendevano a sprangate,insultandolo, minacciandolo e fuggendo. Oppure,come è successo un paio di notti fa si spara a fuoco nel buio. E poi la storia si ripete, due di loro vengono feriti gravemente e si scatena la rivolta degli schiavi, scoppia la rabbia, s'infiammano gli animi, e in una notte Rosarno diventa il Far West.Perchè Saviano ha ragione, gli africani per ben tre volte in questo paese hanno dimostrato di avere il coraggio di ribellarsi alla criminalità organizzata, hanno avuto il coraggio di rischiare tutto in una notte ma hanno detto BASTA.Basta essere sfruttati, basta vivere senza dignità, basta essere vittime conniventi di un sistema "feudale" senza Stato.E' una guerra tra poveri in una regione da sempre in lotta con se stessa, l'anima nera e l'anima bianca, la gente onesta subisce l'onta di quella disonesta,la Calabria.."perche Dio ha inventato la Calabria!" imprecava qualche tempo fa Venditti sul palco di un concerto, e la gente applaudiva pure.Ecco, adesso questa vergogna chi ce la leva piu, la vergogna di avere tra noi bestie che trattano un immigrato come uno schiavo! La vergogna di una regione i cui figli sono emigranti da un secolo,emigranti ancora oggi, "emigrata" io stessa che ho 30 anni, e che quando leggo queste notizie mi assale la rabbia,impreco contro quella feccia umana che inquina questa regione, rinnegherei la mia terra, perche mi vergogno, mi mortifica pensare che tutti quelli come me, come i miei genitori, come i miei amici che vivono giu subiscano l'onta di questa ingiustizia. Senza averla nemmeno minimamente mai voluta e mai omessa, MAI .Ma la verità è un'altra, la verità è che la storia dello sfruttamento degli immigrati nella raccolta della arance è vecchia come il gioco di padre Cuccuzzaro, perchè l'economia agricola della piana di Gioia Tauro è in crisi da oltre un decennio, già solo nel 2000 Sciuscià realizzò una puntata sulla crisi delle arance a Rosarno denominata un tempo la capitale dei giardini, per la bellezza dei suoi agrumeti. Mettendo in luce le truffe ai finanziamenti europei, i tagli che la stessa Europa aveva operato sulle compensazioni per le arance al macero, e la concorrenza gia al tempo insostenibile, sui nostri mercati delle arance importate dalla Spagna e dal nord Africa e vendute a basso costo, ma tanto cosa importa la qualità.Ecco come si arriva a fare la guerra tra poveri, ecco come la disperazione diventa l'espediente del debole per prevaricare il piu debole, ecco cosa succede a vivere sotto l'indifferenza dello Stato che è pronto a far parate istituzionali sempre dopo che il morto c'è gia stato, che minaccia misure di sicurezza e provvedimenti d'urgenza, che minaccia di mandare l'esercito come se servisse a qualcosa quando poi lo Stato è malato nelle sue stesse istituzioni.Se affonda la punta dello Stivale affonda tutto il Paese ma questa forse sembra una previsione troppo lontana per considerarla allarmante.