Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

mercoledì 15 dicembre 2010

La Rivoluzione sotto Casa

Una giornata così a Roma non si vedeva da un po’, un bel po’.
Una giornata assolata ma freddissima, cominciata con un’attesa, l’attesa di un voto alla Camera, che avrebbe potuto cambiare le sorti di questo Paese ormai claudicante, e forse avrebbe potuto restituire un po’ di fiducia alla sua gente.
Questa “rivoluzione” a cui la gente dà solo un’accezione positiva, mi è arrivata sotto casa mentre lavoravo al mio pc. Un boato troppo forte per sembrare un petardo natalizio, mi ha fatto arrivare sotto il naso la puzza di bruciato. Sono corsa alla finestra e ho visto una nuvola di fumo nero alzarsi da un’auto in fiamme sull’altro lato del Tevere, i passanti che increduli si affacciavano su questo lato del fiume a guardare cosa stava succedendo.
Infilo il cappotto e scendo giù, sento al megafono la voce di un’organizzatrice che dice al corteo di deviare il percorso sulle strade laterali del Tevere, per evitare di avvicinarsi all’auto in fiamme. Le fiamme si diramano velocemente e inghiottono anche l’auto parcheggiata dietro. I vigili del fuoco non arrivano, probabilmente intasati nel traffico congestionato dal caos. L’elicottero sorvola la città, continuano i boati, sono altre macchine che saltano, il centro è blindato, gli scontri su via del corso diventano scatti istantanei sulle homepage dei principali quotidiani online, tutti riprendono con il telefonino, tutti scattano, commentano che questi non sono pacifisti, che non si fa così. C’è chi chiede, ma sono gli studenti? Sono stati loro?...
Intanto il traffico si paralizza, e il rumore delle sirene dei vigili del fuoco si mischia con quello delle sirene delle autoambulanze.
E’ una città che scopre il caos di un’ insurrezione, sono i black bloc che stravolgono il centro, sfondando macchine, vetrine, e lasciano scritte sui vetri delle banche “spegniamo i mutui e accendiamo le banche”. Su ponte Vittorio Emanuele II la polizia dà la carica, cercando di disperdere il corteo separandolo con i fumogeni.
Eccola è arrivata, la rabbia è esplosa dopo aver sentito che Berlusconi era riuscito a comprarsi tre voti, tre persone, tre deleghe parlamentari e ce l’aveva fatta un’altra volta. Una manifestazione cominciata tra musica e slogan si è trasformata rapidamente in barricate, lanci di san pietrini, lacrimogeni, e motorini sfasciati abbandonati sull’asfalto.
E’ questa la Rivoluzione, è anche questa la Rivoluzione, che non ha sempre e solo un’accezione romantica positiva e idealista, cosi come è spesso quella evocata dai nostalgici e dalla letteratura, ma è fatta anche di questo, di polvere fumo e panico.
Non dura un giorno, non si consuma in un giorno, non basta un giorno per sentirla passare, ma la percepisci nella paura della gente che rimane attonita, e la respiri nell’aria, quando ti accorgi che qualcosa si muove all’unisono, che la rabbia scalpita da troppo tempo e avverti che stavolta, non sarà come le altre volte...