Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

domenica 13 febbraio 2011

L'Ora del Se Non Ora Quando


Una piazza così non si vedeva da un po’, una piazza piena di donne ma anche di uomini, vibrante, pacifica, trepidante e partecipe, impaziente di urlare la propria rabbia, impaziente di dire basta, oggi da qui si riparte.

Si riparte per una nuova Italia, che ci restituisca la dignità perduta, la giusta considerazione, e ci somigli un po’ di più. Quando dal palco le promotrici della manifestazione si alternavano per comunicare alla piazza i dati relativi alla partecipazione nazionale, dalla piazza si alzava un boato, mentre Roma festeggiava cresceva contemporaneamente la solidarietà internazionale, Tokio, Ginevra , Londra Parigi e Bruxelles manifestavano all’unisono. Una piazza senza colore politico, senza distinguo, piena di giovani e piena di adrenalina. Dietro il palco sono state tantissime le presenze del mondo del cinema, dello spettacolo e della cultura, molte giovani attrici, scrittrici e poetesse. Valeria Fedeli una delle promotrici della manifestazione, intervistata, ha dichiarato entusiasta che nessuno si aspettava la mobilitazione di oltre 200 piazze in Italia, “vuol dire che le donne a cui sono venute dietro poi tanti uomini, possono segnare in questo paese un cambiamento, per una società in cui donne e uomini possano riscrivere un patto importante di nuova cultura”. Ma al dopo manifestazione chi ci ha pensato, questa piazza è la voce di un Paese stanco, scandalizzato, e per niente indifferente allo stato di degrado morale che ci troviamo a vivere.
Inutile negarlo, ma l’aria di sinistra dietro il backstage si percepiva eccome, senza volerne fare una questione di par condicio, la presenza politica del Pd era ben rappresentata, peccato che eccetto la Bongiorno invitata sul palco a intervenire, rappresentante di FLI, impegnata da sempre nella battaglia contro la violenza sulle donne, non si sia vista una sola voce fuori dal coro che appartenesse all’altro pezzo d’Italia. Quel pezzo d’Italia bugiarda e servile ben rappresentato dalle parole della Gelmini, che liquida un milione di presenze in piazza in tutta l’Italia, definendole poche radical chic, come nemmeno le tre scimmiette che giocavano sul comò avrebbero avuto il coraggio di fare. La presenza di molta stampa estera, è il segno che il mondo ci osserva, che la reazione della società al modello berlusconiano e burlesque deriso e vituperato da tutta la stampa internazionale, è importante per verificare il polso di una società che apparentemente sembrava dormiente e quasi rassegnata, per non dire “abituata” a non ribellarsi .
Berlusconi oggi ha avuto un merito, “perche è riuscito a mettere insieme tutte le categorie delle donne, puttane, madonne, sante, di seria A, di serie B e di serie C, tutte insieme senza distinguo” come ironicamente ha sintetizzato in una battuta Serena Dandini, ha avuto il merito di metterci tutte dalla stessa parte, di destra o di sinistra, laiche o cattoliche, femministe o meno, questa manifestazione non è stata una kermesse di radical chic, e neppure un girotondo di ex femministe, o coretti da suffragette, come ha dichiarato Susanna Camusso leader della CGIL “questa piazza sta chiedendo che le donne vengano riconosciute come persone che la loro mente non venga separata dal loro corpo, che non si venda il loro corpo, sta chiedendo questo, certo questo chiede un atto politico e il premier farebbe bene a rendersene conto”.Ma la sfiducia nella politica è colpa anche della sinistra, non dimentichiamo che la cooptazione è una pratica abusata anche a sinistra quando si decidono le liste per le candidature, e questo non fa meno male ai giovani precari, ai giovani attivisti e a chi ci crede nella partecipazione democratica. Se il dopo manifestazione iniziasse da qui, da maggiore coerenza politica e rispetto per le donne per i giovani e le loro idee, saremmo già in un mondo migliore.
Pubblicato su Fare Futuro WebMagazine il 14 Febbraio 2011
Roma 13 Febbraio 2011

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