Pensiero del giorno

•‎In un momento della vita, al momento giusto, bisogna poter credere all'impossibile Christa T. - di Christa Wolf

giovedì 14 ottobre 2010

Il Greenwashing inquinante



Fare pubblicità ingannevole sul rispetto dell’ambiente può costare caro, soprattutto in termini d’immagine. Ne sanno qualcosa alla casa automobilistica Dacia che ha lanciato sul mercato da poco un nuovo modello di Suv, la nuova Dacia Duster la cui pubblicità “ingannevole” in Francia ha scatenato non poche polemiche.

L’associazione ambientalista la Agir pour l’Environnement ha portato davanti al Giurì la casa automobilistica per l’immagine eco-friendly della Duster. Il Giurì in attesa dell’esito del ricorso, ha dato ragione alla nota associazione ambientalista, poiche lo slogan utilizzato per il lancio del nuovo Eco-Suv non sarebbe del tutto realistico. Nello specifico il riferimento va alle emissioni che nella Duster a ciclo medio sono di 159g/Km nella versione a due ruote motrici, e di 172g/km nella versione 4x4. Lo slogan “piu rispettosa dell’ambiente” andrebbe nei termini modificato. Il rapporto prezzo emissioni è stato giudicato apprezzabile ma da qui a farne una vettura ecologica a quanto pare ce ne passa.

Ma l’eco spot è una tentazione che tocca i professionisti del marketing di tutti i settori merceologici. Infatti considerata l’accresciuta sensibilità del consumatore, verso prodotti che presentano caratteristiche meno inquinanti per l’ambiente, gli esperti pubblicitari puntano tutto sulle presunte virtù ecologiche del prodotto che vendono. Anche la nota azienda di acqua minerale San Benedetto è stata infatti multata per la modica cifra di 70 mila euro dall’Antitrust per “pratiche commerciali scorrette”, su ricorso dell’Associazione Avvocatideiconsumatori. L’azienda di acqua minerale avrebbe abusato del cosiddetto greenwashing tanto in voga soprattutto negli USA (letteralmente significa lavare col verde), pubblicizzando le sue bottiglie ecofriendly con lo slogan “- plastica + natura”. Dal bollettino dell’Autorità Antistrust infatti si legge che non risulta che la società “abbia proceduto ad effettuare studi per dimostrare e certificare la veridicità delle sue affermazioni” riportate sui messaggi pubblicitari delle sue bottiglie eco friendly, “prodotte- sempre secondo lo spot San Benedetto - con meno plastica, meno energia e più amore per l’ambiente”.

In questa lista della pubblicità ingannevole è finita anche Sorgenia azienda produttrice di energia elettrica da fonti rinnovabili. Nel mirino dell’Authority è finito il claim utilizzato dall’azienda per la pubblicità pubblicata sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 luglio 2009, dove promuoveva l’impegno profuso nella tutela dell’ambiente con la centrale a gas realizzata a Modugno nelle Puglie. Ma la centrale a metano della Sorgenia, 2187kt/l’anno, con buona pace del protocollo di Kyoto.

E non poteva certo mancare nell’hit parade del cosiddetto Greeenwashing la British Petroleum. Il logo impiegato nei suoi massicci passaggi pubblicitari, è diventato in un gigante girasole verde e giallo che rievocava l’attenzione che la società rivolge all’ambiente nella sua ricerca. Ed è cambiato anche il suo claim da British Petroleum a Beyound Petroleum, (al di là del petrolio appunto). Sarebbe tutto perfetto se la British Petroleum non si fosse resa responsabile di uno dei più grossi disastri ambientali degli ultimi tempi.

Pubblicato sul quotidiano ecologista Terra del 14 Settembre 2010.

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