Pensiero del giorno

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sabato 22 gennaio 2011

"Caro Oz, stanno pagando gli innocenti" - Lettera aperta di Joumana Haddad ad Amos Oz


BEIRUT - Mi siedo davanti al computer. Accarezzo lo schermo. È ormai la mia unica finestra sul mondo, il mio polmone elettronico. In ufficio non riesco più a lavorare di gusto. La cultura è adesso un lusso che mi sembra scandaloso. Inutile la pittura, inutile il teatro, inutile il cinema. Inutili le parole. «Cosa può fare la poesia per il mondo?». Ce lo chiediamo sempre noi poeti. «Miracoli», rispondo sottovoce a me stessa. Nonostante le mie sconfitte, sono convinta che ogni sogno che ci offre è un modo di salvarci. Leggo sul Corriere l' articolo dello scrittore Amos Oz. Rispetto il suo dolore, ma non è vero che «Israele prende di mira soprattutto l' Hezbollah». Israele sta demolendo sistematicamente le infrastrutture civili libanesi. Fa pagare a cittadini innocenti e impotenti il prezzo di una colpa che la maggioranza di loro non ha. È come se un medico decidesse di condannare a morte un paziente solo perché questo ha il piede o la mano in cancrena! Il governo libanese ha detto chiaramente di non volere questa guerra. Come può signor Oz, questa guerra a senso unico essere una «pura e semplice autodifesa»? Come può essere «pura e semplice autodifesa» attaccare i camion carichi di viveri? Come può essere «pura e semplice autodifesa» la distruzione delle centrali elettriche? Non ha detto lei che «il male è a volte abilmente camuffato da idealismo»? A casa dei miei amici Asaad e Colette, incontro Vincenzo, un italiano che ha rifiutato di essere evacuato. «Voglio rimanere qua e condividere la sorte della donna libanese che amo», mi dice con disinvoltura. Mangiamo, beviamo, ridiamo e dimentichiamo - o facciamo finta di dimenticare - la miseria che ci assedia. È anche questo il Libano, signor Oz: un' oscurità in cui risplende la luce.


Pubblicata sul Corriere della Sera il 19 Luglio 2006

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