Pensiero del giorno

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domenica 23 gennaio 2011

Joumana Haddad "Ho ucciso Shahrazade"


Si dice sempre di non giudicare un libro dal suo titolo, ma in questo caso un titolo così non può passare inosservato. Di questi tempi poi, l’evocazione della mitica ancella che sedusse lo Scià con le Mille e una Notte, sembra essere diventata il triste clichè dell’era berlusconiana. Joumana Haddad scrittrice poetessa e giornalista tra le più apprezzate nel panorama culturale arabo contemporaneo, lancia la sua provocazione dalle pagine di un libro, in cui racconta evoluzioni e contraddizioni di una società, che prende a prestito modelli occidentali, ma che rimane intimamente conservatrice e fedele ai suoi dogmi. Un libro sulla maturata consapevolezza che la vera parità fra i sessi si raggiunga senza negoziare ciò che già ci appartiene, una metafora simbolica sull’uso distorto della seduzione come mezzo di scambio «Per me quello che ha fatto Shahrazade è un’operazione di negoziazione con l’uomo che rappresenta l’autorità, per poter avere dei diritti che non dovremmo mendicare da nessuno».Nata a Beirut 40 anni fa, Joumana è responsabile delle pagine culturali del quotidiano libanese An-Nahar, dirige un magazine di letteratura arte e cultura, dal titolo Jasad che in arabo significa corpo, e il corpo è l’oggetto principale di tutte le sue copertine, trasgressione censurata dagli integralisti ma che riscuote successo e abbonati anche nella conservatrice Arabia Saudita dove il magazine viene venduto in busta chiusa.È stata definita da molti come la Carrie Bradshaw del mondo mediorientale, schietta, libera e audace nell’affrontare temi legati al corpo e all’eros, lei però, rifugge modelli e paragoni «non esistono modelli assoluti a cui ispirarsi, molto spesso i miei modelli sono donne comuni». Il "Ritorno di Lilith" è stato il libro che l’ha fatta apprezzare e conoscere in Italia, definita da lei stessa, oramai come la sua seconda patria, non si stenta a crederle ascoltandola parlare un italiano perfetto e anche forbito. "Ho ucciso Shahrazade", edito da Mondadori, è l’ultima fatica letteraria di una scrittrice e poetessa cresciuta leggendo autori come Cesare Pavese, Paul Eluard, e Garcia Lorca, si definisce una poetessa con le unghie, un modo per scavarsi dentro e anche un modo per scoprire il mondo.

Sguardo magnetico, carismatica ed elegante, la sua poetica traspariva chiaramente anche dalla graffiante lettera aperta ad Amos Oz, pubblicata sulle pagine del Corriere della Sera, di cui era corrispondente durante la guerra tra Libano e Israele nel 2006.

Un’intellettuale cresciuta in un paese che ha attraversato dolorosi cambiamenti, che è stato attraversato da guerre e dominazioni, dove non sarà stato sicuramente facile resistere, non fuggire, e affidarsi alla poesia come unica ancora di salvezza per conservare il bello che ci portiamo dentro.

“Ho ucciso Shahrazade” è un libro che racconta la condizione della donna in medioriente, dove l’emancipazione femminile può definirsi ancora a un livello embrionale, ma a ben riflettere, basta dare uno sguardo alla rassegna stampa italiana per trovare difficile scorgere la differenza fra i due mondi.

Di Manuela Caserta (Foto intervista di Roberto Arleo)

23 gennaio 2011

Pubblicato sul Web Magazine Fare Futuro il 23.01.2011
Pubblicato su Informare x Resistere il 27.01.2011

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