Una giornata così a Roma non si vedeva da un po’, un bel po’.Una giornata assolata ma freddissima, cominciata con un’attesa, l’attesa di un voto alla Camera, che avrebbe potuto cambiare le sorti di questo Paese ormai claudicante, e forse avrebbe potuto restituire un po’ di fiducia alla sua gente.
Questa “rivoluzione” a cui la gente dà solo un’accezione positiva, mi è arrivata sotto casa mentre lavoravo al mio pc. Un boato troppo forte per sembrare un petardo natalizio, mi ha fatto arrivare sotto il naso la puzza di bruciato. Sono corsa alla finestra e ho visto una nuvola di fumo nero alzarsi da un’auto in fiamme sull’altro lato del Tevere, i passanti che increduli si affacciavano su questo lato del fiume a guardare cosa stava succedendo.
Infilo il cappotto e scendo giù, sento al megafono la voce di un’organizzatrice che dice al corteo di deviare il percorso sulle strade laterali del Tevere, per evitare di avvicinarsi all’auto in fiamme. Le fiamme si diramano velocemente e inghiottono anche l’auto parcheggiata dietro. I vigili del fuoco non arrivano, probabilmente intasati nel traffico congestionato dal caos. L’elicottero sorvola la città, continuano i boati, sono altre macchine che saltano, il centro è blindato, gli scontri su via del corso diventano scatti istantanei sulle homepage dei principali quotidiani online, tutti riprendono con il telefonino, tutti scattano, commentano che questi non sono pacifisti, che non si fa così. C’è chi chiede, ma sono gli studenti? Sono stati loro?...
Intanto il traffico si paralizza, e il rumore delle sirene dei vigili del fuoco si mischia con quello delle sirene delle autoambulanze.
E’ una città che scopre il caos di un’ insurrezione, sono i black bloc che stravolgono il centro, sfondando macchine, vetrine, e lasciano scritte sui vetri delle banche “spegniamo i mutui e accendiamo le banche”. Su ponte Vittorio Emanuele II la polizia dà la carica, cercando di disperdere il corteo separandolo con i fumogeni.
Eccola è arrivata, la rabbia è esplosa dopo aver sentito che Berlusconi era riuscito a comprarsi tre voti, tre persone, tre deleghe parlamentari e ce l’aveva fatta un’altra volta. Una manifestazione cominciata tra musica e slogan si è trasformata rapidamente in barricate, lanci di san pietrini, lacrimogeni, e motorini sfasciati abbandonati sull’asfalto.
E’ questa la Rivoluzione, è anche questa la Rivoluzione, che non ha sempre e solo un’accezione romantica positiva e idealista, cosi come è spesso quella evocata dai nostalgici e dalla letteratura, ma è fatta anche di questo, di polvere fumo e panico.
Non dura un giorno, non si consuma in un giorno, non basta un giorno per sentirla passare, ma la percepisci nella paura della gente che rimane attonita, e la respiri nell’aria, quando ti accorgi che qualcosa si muove all’unisono, che la rabbia scalpita da troppo tempo e avverti che stavolta, non sarà come le altre volte...















Ecco Parigi una volta di piu.. un viaggio inatteso in una città che forse in controtendenza con mezzo mondo non ho mai amato. Ma questa volta l'ho riscoperta da la Ile de S.Louis, nel cuore della città vecchia...e li Parigi mi si è rivelata, raccontandomi un pò piu di sè. Parigi per me è sempre stata una donna bella e triste, una aristocratica decaduta con la nostalgia dei lustri andati, la sua Senna scivola grigia e placida lungo la città, il sole illumina di passaggio le sue vanità, il suo è il colore livido delle aurore invernali, il freddo è il suo profumo, ti stringe dentro il tuo paltò mentre cammini tra le pieghe delle sue mani. Ti ho riscoperta mentre riluttante,cercavo conferma del mio mancato incanto, ti ho scrutata, osservata e fotografata un passo dietro l'altro, mentre incrociavo gli sguardi dei tuoi parigini sempre un pò "invisibili", passanti e comparse senza colore di questa Parigi un pò schiva e un po snob. Approdo a Parigi che è gia sera, e quando esco dalla metro mi si apre lo scenario, Place du Chatelet scatta il primo frame. Il freddo m'investe, cammino lungo il ponte passando tra i chioschetti dei rigattieri di libri vecchi, cercanco di seguire la mappa della mia moleskine parigina. Ecco l'isola la Ile de la Citè, ancora un'isola dentro una città..fino a raggiungere la Ile de S.Louise. Attraverso il ponte trascinando la mia valigia e mi sorride un clochard che sta allestendo il suo teatrino, anche la musica è da bohemmienne, si Parìs fammi sentire la tua chanson cantami un pò il tuo Rugantino. E' notte e di notte le città che hanno fascino ti seducono sempre un pò, tra le vecchie strade di S.Louis mi lascio rapire dall'immaginazione, c'è poca gente, mi gusto i suoi vicoli, le sue botteghe tipiche, la drogheria del fois gras, il fornaio con le baguette e i croissant, la chocolaterie, la Fromagerie,i negozietti vintage e come in un film muto passeggio e osservo la gente che cena dentro le bressarie. Ceno a fromage e bordeoux, un clichè irrinunciabile con crepes al cioccolato inclusa. E dopo mi godo il mio sigaro davanti alla Senna che scorre...e sorrido quando ingoi il fumo del tuo primo sigaro che ti fà tossire... Va bene Parìs..per questa notte hai vinto tu,questo odioso freddo addosso, le tue luci che brillano da lontano,la tua Senna che scorre lenta,i tuoi clochard un pò chansonnier e un pò rivoluzionari..hanno sedotto anche me...solo per un istante solo per una notte e soltanto una volta.
