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Che hai dormito male, perché eri agitata, hai guardato l’orologio durante la notte circa duemilaecinquecento volte, per paura di non svegliarti in tempo per quell’appuntamento. Che ti alzi e fai colazione, leggendo le news, ascoltando l’oroscopo, con un occhio alle lancette dell’orologio. E mentre ascolti Fox bevi l’ultimo sorso di caffè, e pensi, devo smetterla di ascoltarlo. Doccia, vestiti, profumo, trench blu o trench nero..? opti per quello nero, è la sindrome della serietà che anche l’abito deve trasmettere ad un appuntamento di lavoro. In verità si abbinava meglio. Accendo lo scooter e vado, l’aria è tiepida, a Roma è primavera e non si vedeva l’ora! Perplessa, prevenuta e un po’ ansiosa, ad ogni semaforo rosso tiro fuori dalla tasca il cellulare e penso ad un sacco di cose che mi passano per la testa, con lo sguardo corrucciato dietro ai miei persol scuri. Arrivo al mio appuntamento, e comincio il mio colloquio, davanti ad un altro caffè, sotto il Sole però, e mentre parlo di me stessa, penso cose tipo “ma perché cacchio sto dicendo questa cosa!”, “vabbè si sta annoiando”, ok vediamo che succede.. E succede che finisco quel caffè e strappo una proposta che aspettavo da tempo…che quasi non ci credo, saluto ringrazio, prendo impegni, e vado a riprendere la mia moto. Quando riparto mi sale un’adrenalina che quasi mi metterei ad urlare dalla gioia sparando a tutto gas l’acceleratore, correndo contro il vento, come una ragazzina che corre su una bici d’estate dopo aver preso la rincorsa! Con il vento in faccia il sole negli occhi e la voglia di urlare…
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