Pensiero del giorno

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venerdì 1 luglio 2011

La Berlusconeide di Indro Montanelli

Del duello tra uno dei più grandi giornalisti e scrittori del nostro tempo, Indro Montanelli e il Caimano, si è detto tanto. A volte, anche, con poca cognizione di causa. Oggi, quello che fu il rapporto tra due simboli della questione di fondo che agita questo paese da quasi vent’anni, il conflitto d’interessi di Silvio Berlusconi, è narrato in un volume che raccoglie i migliori articoli, corsivi ed editoriali che il grande Indro Montanelli scrisse, disquisendo di Berlusconi e del suo battesimo politico. Il titolo emblematico del libro, Ve lo avevo detto, dice tutto.

Quasi un monito, che dalla foto scelta per la copertina del libro, il giornalista lancia con il suo sguardo fermo e profondo di sempre sul tempo che viveva. Quel sodalizio che divenne un epico duello viene raccontato fin dalle sue origini. Berlusconi quando conobbe Montanelli, era solo un giovane e rampante imprenditore, che si offrì di salvare finanziariamente, il Giornale, il quotidiano in crisi, fondato dal giornalista. Quando l’imprenditore, in una fase politica di grande scombussolamento quale fu tangentopoli, decise di entrare in politica, chiese a Montanelli di mettersi al suo servizio. Da allora, il loro rapporto, divenne uno scontro senza precedenti. L’indipendenza dell’informazione e la libertà di stampa, per Indro Montanelli non avevano prezzo. Il libro traccia il filo di quel romanzo, che realisticamente oggi potrebbe definirsi una soap-opera infinita e a tratti tristemente tragicomica, definita la Berlusconeide.

Un episodio fra tanti, racconta l’ingannevolezza mendace del personaggio Berlusconi, «Silvio soffrì moltissimo per la morte del padre. Lo vidi piangere come una vite tagliata, e quella volta erano lacrime vere. Qualche giorno dopo, parlando di lui, mi disse: “D’ora in poi mio padre sei tu”. Mi chiedo a quanti altri lo aveva già detto o stava per dirlo. Ma sono arciconvinto che a tutti lo diceva con la stessa assoluta sincerità. Ecco perché mi fa tanto male vederlo sul video con quel sorriso fasullo, quasi un ghigno, che non ricorda neanche di lontano la bella risata fresca e squillante del Silvio di Arcore, non ancora Cavaliere. Quante bugie mi diceva anche allora. Ma come volergliene? Erano le sue chansons de geste, qualcosa di mezzo fra I tre moschettieri e Il barone di Münchausen, senza nessuna pretesa di credibilità. Ora le presenta come un programma di governo...». Un libro che occorrerebbe regalare a tutti i "berluscones" agguerriti, che ancora lo osannano. Un libro, da rileggere più volte. Perché il giornalismo italiano così come lo praticava Indro Montanelli, è cosa sempre più rara da trovare.

Manuela Caserta

Pubblicato su Il futurista online 01 luglio 2011

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